Credo che non esista niente – neppure il crimine – maggiormente contrario alla poesia, alla filosofia e alla vita stessa che questa incessante smania per il business. Henry David Thoreau
Il Living Planet Report, per il 2014, elencava dati impressionanti: “Le popolazioni di numerose specie di animali vertebrati, quindi mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci (…) si sono più che dimezzate in soli 40 anni (…) Le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 52% dal 1970. Le specie di acqua dolce hanno sofferto un declino del 72%, una perdita quasi doppia rispetto alle specie terrestri e marine. La domanda di risorse naturali dell’umanità è oltre il 50% più grande di ciò che i sistemi naturali sono in grado di rigenerare. Sarebbero necessarie una Terra e mezza per produrre le risorse necessarie per sostenere la nostra attuale Impronta Ecologica”. Non occorre continuare una simile lista di atrocità.
Piuttosto, oggi pensiamoci su. Una sosta al fontanile ci farebbe del bene. Parlarne nei pressi di una fonte ci farebbe del bene. Parliamone tra noi. Parliamo del fatto che la somma di tutte le nostre azioni quotidiane contribuisce, in modo determinante, a dare un peso immorale alla nostra impronta ecologica. Ovviamente sono in gioco anche scelte politiche di sistema, più ampie e non tutte alla portata di noi cittadini. O forse è tutto alla nostra portata ma non ne siamo consapevoli?
Agiamo nei nostri luoghi di vita. Scegliamo forme comunitarie di gestione del territorio. Rendiamo dolci le pratiche agricole e la mobilità. Preserviamo il suolo fertile. Incrementiamo, con le nostre stesse mani, gli spazi verdi. Condividiamo conoscenze. Curiamo il meraviglioso sasso azzurro sul quale proviamo a vivere e stentiamo a esistere. Il sasso azzurro si chiama Terra. Lasciamo a terra impronte leggere. Di quelle che fuggono con un soffio di vento ma non cancellano i nostri passi più profondi nel tempo. Sostiamo a una fonte. Ad averne una a portata di passi. G. B.