Amore non amato 1

Ora una lacrima taglia il tuo sguardo. Non è pianto ma rimpianto: presenza dell’assente, nostalgia di chi neppure conosci ma ricordi. Quante volte hai taciuto il tuo amore? Quante volte hai vinto te stesso, te stessa, per convincerti che non provavi neppure quel che però provavi?

Ora, fermo-ferma come sei nel tuo silenzio, taci e apprendi. Guardi la tua vita come da un punto alto e pulito, con gli occhi di un osservatore fermo e sereno. Ti è chiaro, finalmente, quel che non hai voluto sentire? Non hai sentito le tue ragioni, in passato, oppure hai voluto udire solo quelle – per mettere a tacere il tuo cuore?

Oh, cuore e ragione sono quello che sei; ma non solo. La passione, dove l’hai lasciata? Non hai mai detto un amor a nullo amato, rinnegandoti? Non hai mai detto un amore neppure pensato, che però sottilmente nutrivi?

Tacere è un po’ morire, alle volte, Non hai parlato per decoro, distrazione, decisione. Era solo paura, la tua.

Era paura del no che avrebbero potuto dirti e che perciò hai detto tu per primo, per prima. Hai detto no a te stesso, a te stessa. Ora taci. Sul divano domenicale una lacrima, ma non proprio un pianto, taglia il tuo sguardo scuro.

Non è pianto, è rimpianto. Continuerai a tacere la verità a chi potrebbe respingerla? Solo perché potrebbe ferirti?

Non sarebbe peggiore il danno di un nuovo silenzio?

Dichiara quel che devi. O dovrai patire quel che taci!

G. B.

nuovaera

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