Se fossimo tanti, ancor di più, molti altri ancora, di nuovo tanti; e poi ancora, ancora, ancora – fino ad essere moltitudini?
Perché non accade? Difficile? Impossibile? Tutta colpa della Politica? Tutta politica della Colpa?
Mancano le piste ciclabili, vero?
Però è una nostra responsabilità. Me la prendo prima coi cittadini e poi coi politici. I politici, quando chiedi una pista ciclabile, ti guardano come se gli avessi chiesto 50.000 euro in prestito. Poi cominciano con l’elenco: “da fuori sembra tutto facile, poi ci sono le difficoltà burocratiche, il patto di stabilità, la Provincia, gli espropri, il ruolo dell’opposizione, i progetti, gli oneri, il catasto, il demanio, il demonio… Tu fai tutto facile, tu non hai la responsabilità di amministrare”. Sì, bene: tutto già ascoltato!
Ma noi? Noi cittadini, che facciamo? Se è vero che la funzione sviluppa l’organo, allora mettiamo in funzione i nostri pedali obbligandoli (i politici) a fare piste ciclabili.
Non abbiamo piste? Facciamone sentire la mancanza noi, tutti i giorni, semplicemente. Come? Diventiamo migliaia.
Non facciamo pedalare solo qualche anziano, ragazzini cogli zaini, signore distinte con l’aria assorta, ecologisti tediosi.
Non facciamo pedalare solo anziani cresciuti a pane e poco – abituati a star sul duro, insomma.
Pedaliamo in decine, in centinaia, in migliaia. Facciamolo capire noi, ai Politici (Piloti) che ci vogliono le piste ciclabili: vere, belle, sicure, fiorite, che arrivino ovunque. Ovunque noi andremo, però. Perché non ovunque è possibile arrivare. Specie se noi non ci vogliamo andare davvero, in bicicletta o in qualsiasi altro mo(n)do.
G. B.