Si rende necessario un ritorno immediato a tutte quelle occupazioni abbandonate con eccessivo entusiasmo al tempo dell’ottimismo consumistico. Il consumismo ha devastato l’Occidente, le coscienze, il Mondo. Solo in parte, perché ancora molto è integro, salvo, bello. E difendibile.
Via dai campi, via dalle botteghe, via dalle strade; per entrare in fabbriche di morte e uffici da pubblica corruzione?
Che ne sarà, in tal modo, del paesaggio, delle culture, della bellezza, del cibo: non roba da Expo del consumo di suolo, ma attività di promozione della vita?
Facciamo un mondo di economisti, giocatori di borsa, ingegneri edili, avvocati, notai, contabili?
Servono invece poeti, contadini filosofi, insegnanti di strada, medici non al soldo delle multinazionali, aggiustatori di caldaie, riparatori di pannelli solari. Servono attività tradizionali da integrare con attività di ricerca avanzata nei campi delle tecnologie e delle scienze.
Senza però perdere il senso delle cose, ovvero senza mai smarrire una filosofia capace di guidare le nostre scelte.
Occorre trovare la misura. Misurandosi con le occorrenze…
P. S. Torno nell’orto…
G. B.