Autenticità n. 1

Un problema attuale: la coerenza. Non la fissità nel ragionamento, la diligenza ottusa nelle realizzazioni, l’obbedienza cieca, il fanatismo zelante. Non la rigidità.

Bensì il rapporto, coestensivo, tra pensieri e azioni. La verifica logica, ma anche etica, dei propri atti. L’autenticità.

Il tutto potrebbe essere rappresentato così: “dire quel che si pensa, fare quel ciò che si dice”. Pronti a lasciarsi sorprendere ma non a lasciarsi comprare. Pronti a lasciarsi convincere ma non a lasciarsi ricattare. Pronti a dare ragione ma non a pretendere scuse. Pronti a dire “ho sbagliato” ma non a coltivare, negli altri e in sé, dannosi sensi di colpa.

Pronti ad andare per la propria strada, se necessario, senza lasciarsi sviare. Pronti a camminare con qualcuno e a lasciarsi guidare.

Dire quel che si pensa. Fare quel che si dice: un buon proposito da meditare con qualcuno. Oggi. Domani. Camminando.

G. B.

Destar le spalle

Primavera non bussa, lei entra sicura… 

 Fabrizio De André

Alle 15.00. Ora di caffè, pennichelle, letture ipnotiche. Ora di notiziari fuori orario e programmi nazional-popolari porno-soft. Ora che è qualcosa e non c’è ancora. In una insolitamente uggiosa giornata di marzo. Con la primavera incipiente, in tre, ognuno col mestiere suo e il tempo suo, a preparar le zolle dell’aiuola mezza curata, tra piantine crescenti e altre da piantare ancora. Zappe, rastrello: ci si dice che così si cambia qualcosa.

Che ci voglia poco, è chiaro. Però quel poco che ci vuole, va pur fatto. Basta abbandonare il tedio, destare le spalle, fare.

G. B.

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