Autenticità n. 1

Un problema attuale: la coerenza. Non la fissità nel ragionamento, la diligenza ottusa nelle realizzazioni, l’obbedienza cieca, il fanatismo zelante. Non la rigidità.

Bensì il rapporto, coestensivo, tra pensieri e azioni. La verifica logica, ma anche etica, dei propri atti. L’autenticità.

Il tutto potrebbe essere rappresentato così: “dire quel che si pensa, fare quel ciò che si dice”. Pronti a lasciarsi sorprendere ma non a lasciarsi comprare. Pronti a lasciarsi convincere ma non a lasciarsi ricattare. Pronti a dare ragione ma non a pretendere scuse. Pronti a dire “ho sbagliato” ma non a coltivare, negli altri e in sé, dannosi sensi di colpa.

Pronti ad andare per la propria strada, se necessario, senza lasciarsi sviare. Pronti a camminare con qualcuno e a lasciarsi guidare.

Dire quel che si pensa. Fare quel che si dice: un buon proposito da meditare con qualcuno. Oggi. Domani. Camminando.

G. B.

4 thoughts on “Autenticità n. 1

  1. La coerenza non é cosa da poco. Ed è cosa per pochi. La coerenza è di chi non si piega, di chi non si arrende, di chi non cede alla perversione semplice e semplificante di coloro che predicano ideali e valori e se ne dimenticano una volta scesi dal pulpito della gloria e di qualsiasi successo. Coerente é la persona che pronuncia la verità perché la vive e la conosce. Coerente è colui che per predicare la giustizia, non ha bisogno di essere innalzato poiché sa che è giù, in basso, che questa dev’essere testimoniata. Coerente è la persona che non ha paura. E che, nonostante le sofferenze e le difficoltà, non si pente né tanto meno ritira ciò che ha pronunciato.Non lo fa in nome della verità in cui crede. Coerente è la persona che negli occhi ha sempre il riflesso di una luce misteriosa e viva. La persona coerente si riconosce dalla forza dei pugni con cui stringe la verità e la giustizia che sempre difende. Coerente è colui che, fiero delle sue sconfitte e delle sue ferite, cammina e corre. Corre e si ferma. Si ferma e riparte… con la certezza di essere giusto. Di essere vero e di esserlo stato sempre. Proprio perché coerente con la verità che scorre nelle sue vene. E alla quale ha reso onore. E sempre lo farà. Perché si: il coerente autentico, continuerà a farlo. Continuerà a dire quel che pensa e a fare quel che dice.

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    • Oggi, coerenza vuole pietà. Pietà vuole accortezza. Accortezza vuole coraggio. Coraggio vuole parola. Parola vuole silenzio. Silenzio vuole ascolto. Ascolto vuole cuore. Cuore vuole lingua. Lingua vuole occhi. Occhi vogliono gambe. Gambe vogliono piedi. Piedi vogliono mani. Mani vogliono altre mani. Altre mani vogliono altre mani. Altre mani vogliono altre mani…
      G. B.

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  2. Provo un’ invidia ‘sincera’ nei tuoi confronti…é legata alla tua forte consapevolezza, alla tua scelta di libertà che conduci senza timore, anche orgogliosamente forse (e non è un offesa), ma tanto basta. Ma credo personalmente che la coerenza oggi sia un piccolo lusso che non tutti si possono permettere. Non parlo di volontà quanto di possibilità, poiché la piena condivisione che ho delle parole dei tuoi articoli talvolta si scontra con la realtà sociale, che ormai sempre più allontana il ‘ciò che vorrei fare’ con ‘ciò che devo fare’. Ci tenevo a mettere in luce questa sfumatura del discorso

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    • Eppure quanti errori; quante inesattezze; quante paure, in me, Alexander. Eppure quante attese, quanta accidia; quanta impazienza o, al contrario, quanta esitazione.
      Io ci provo: ho una vita per farlo, solo una. Ci provo. Mi dà forza chi mi dice la sua, chi mi dice sì, chi mi dice no: con la sincerità di chi ascolta, tuttavia, e non col pregiudizio di chi, troppo frettolosamente, vuole sbarazzarsi delle mie proposte. La coerenza è un lusso, lo penso anche io. Non l’autenticità. La capacità di alzarsi da tavola, se il desco è stato imbandito da banditi. La capacità di dire un sonoro “no” a chi pretende di avere la meglio sugli altri. La capacità di ravvedersi. La capacità di sporcarsi gli occhi, non solo le mani. Conosci qualcuno che non abbia commesso errori?
      Mi piace pensare che possiamo aprirci spazi spavaldi anche nel nostro stringente assedio di falsi bisogni e vane certezze.
      Grazie di essere qui con noi, ovunque tu sia…
      G. B.

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