La civiltà, con tutto il suo apparato, si fonda sulla nostra propensione all’irreale e all’inutile. E. M. Cioran
Parlare di pace. Intanto armarsi. Parlare di cibo. Intanto consumare suolo e cementificare magnifiche valli, rese così desertiche. Parlare di buone pratiche. Intanto fare esattamente il contrario di quanto proposto. Svilire il discorso, corrompere il proposito, rovesciare il valore nel suo esatto contrario. Fondare sull’insulto la presunta virtù.
Dire e fare altro. Tra dire e fare, ingannare fatti e discorsi. Questa è la nostra civiltà dei consumi! Per quanto ancora. Fino a quando?
G. B.
Sono giovane e mi chiedo come sarà il mondo quando avrò 60 anni…se allora potrò ripensare senza troppa nostalgia alla mia gioventù mi riterrò fortunato…ma ho i miei dubbi a riguardo. Sempre di più ho la convinzione che gli allarmismi su tutto, che nascono come ‘notizia del giorno’ dopo un evento catastrofico (e li, aimé, muoiono) non sono tali, ma fondati, reali, quanto tristi. A cuore ho le tematiche ambientali e personalmente credo che il problema di fondo rispetto ad esse sia la diffusa convinzione che ‘alla fine poi tutto si risolve’, l’incapacità di proiettarsi oltre il domani; in questo c’è una forte carica di menefreghismo e ignoranza…siamo natura, apparteniamo ai suoi cicli, alla sua perfezione, al suo mistero, eppure ci rendiamo immeritevoli di un tramonto, di un mare limpido e di un cielo azzurro…cosa c’è da aspettarsi dall’Uomo? E’ intelligenza uccidersi con le proprie stesse mani? focalizziamo l’energie sulla crescita interiore, è la strada giusta per ricchezza vera. Concludo con la splendida frase di Einstein:
“L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi”
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L’Uomo è Natura; ed è Cultura. Il “gigantismo” che sovente accompagna la Cultura, la pretesa “umana, troppo umana” di potersi affrancare dalla propria natura, mette oggi l’Uomo nelle condizioni di poter alterare, e compromettere, gli equilibri del Pianeta.
Credo che possiamo ancora cambiare (in meglio) il nostro destino sulla Terra.
A condizione di concepire un nuovo senso del limite. Non siamo né i padroni né gli artefici
della Vita – ma solo i suoi interpreti.
Grazie.
G. B.
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