Non abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto. Seneca
Il tempo: è fluido, corre, pare fermarsi, non si ferma in realtà. Scorre il tempo. Una Rivoluzione pienamente umana potrebbe essere una rivoluzione nel modo di considerare il tempo che abbiamo.
Rivoluzione, però, è un termine rischioso. La rivoluzione di un pianeta è il suo moto ricorsivo: il suo tornare nell’orbita abituale.
Noi, invece, abbiamo bisogno di sganciarci dal noto. Abbiamo bisogno di una rivolta.
Se proponi a uno di usare di più la bici (per fare il tragitto abituale che lo separa dal posto di lavoro) ti guarda incuriosito. Ammette, con lo sguardo, che potresti avere ragione. Si dichiara pronto al cambiamento. Coglie il nesso tra la tua proposta e la crisi energetica. Sembra convinto, pronto a oliare il cambio e a gonfiar le ruote del suo vecchio arnese a pedali. Sul più bello, però, mostra un’espressione di ravvedimento e di sollievo per lo scampato pericolo. Non deve cambiare nulla. Infatti ti guarda dritto negli occhi e ti dice: “sì, è vero, ma non ho tempo”!
Non avere il tempo per fare qualcosa è il nostro colossale alibi. Non abbiamo (il) tempo per agire contro lo spreco di cibo: buttiamo via il cibo buono e non lo riscaldiamo.
Non abbiamo (il) tempo per fare la spesa a piedi; ne abbiamo per andare dal dietologo in automobile.
Non abbiamo (il) tempo per fare due chiacchiere; ne abbiamo per inviare messaggi pieni di frivolezze.
Non abbiamo (il) tempo per riprenderci (il) tempo.
Ne abbiamo per dire che non c’è più tempo da perdere: per fare cosa?
G. B.