La doppia essenza di Cristo, il desiderio così umano, così soprannaturale, dell’uomo di arrivare fino a Dio (…) è sempre stato per me un mistero profondo e impenetrabile. Fin da quando ero giovane la mia angoscia dominante, sorgente di tutte le mie gioie e di tutte le mie amarezze, è stata la lotta incessante fra la carne e lo spirito (…) e la mia anima era il campo di battaglia sul quale questi due eserciti si affrontavano
Nikos Kazantzakis
Giuda fu Amante. Pronto a morire per l’Amato. Giuda, solo e negletto. Giuda, carne e passione.
Tradire è portare la croce della vergogna; è farsi condannare in eterno. Questo è anche amare.
Si è chiesto, Giuda: che devo fare, in nome di Colui che non posso nominare invano?
Gesù parlava con Giuda. Etereo, il Maestro amava Giuda e si fidava del suo giudizio così solido. Giuda capiva Gesù, ne leggeva lo sguardo. Lo capiva oltre l’umano; ed è morto prima di Lui.
Se è vero che l’unico vero cristiano, come scrisse Nietzsche, morì sulla croce; Giuda è stato colui che ha reso possibile il cristianesimo del suo Amato. Morendo per l’amico, per non aver potuto salvare la Salvezza senza danno di chi baciò, e facendosi carico dell’onta della croce.
Giuda è l’altra Parola di Gesù. Nulla scrissero. Tutto è compiuto da millenni. Imperfetto.
Che si abbia fede o no, la Passione è Carne che sussurra il suo Spirito.
Resurrezione è Parola viva nella nuda materia di un racconto senza certezze.
Non sapremo mai la Verità? La terra dissecca sotto le spine dell’odio, intanto, e ancor oggi patisce la sua interminabile passione.
G. B.