Centosettanta miliardi. Tanti sono gli animali uccisi ogni anno, nel Mondo, a scopo alimentare.
170.000.000.000: 14 miliardi ogni mese, oltre 300.000 ogni 60 secondi.
Per soddisfare una simile domanda di carne, l’industria zootecnica (che non è più un’attività naturale legata ai cicli terrestri), impegna il 30% di tutte le terre coltivabili (Poli e ghiacciai esclusi) e il 70% di tutte le terre agricole disponibili.
Si tratta di terreni sottratti alla coltivazione di cereali, legumi, verdure e ortaggi; si tratta di terreni fortemente contaminati da fertilizzanti e anticrittogamici; si tratta di terreni spesso deforestati e disboscati e, infine, resi spogli, aridi, polverosi.
Si tratta di animali avvelenati da antibiotici e ormoni della crescita, tossine da stress e diossine.
Possiamo mangiare meno carne? Dobbiamo.
E possiamo consumare più legumi e cereali, ridurre il consumo di proteine di origine animale, tornare a praticare con frugalità e piacere la “dieta mediterranea”, riconosciuta quale patrimonio mondiale dell’umanità per le sue indiscusse qualità salutistiche, culturali, paesaggistiche.
Fare i conti, a tavola, può essere di una qualche utilità.
G. B.