Zefiri

Pulvis et umbra sumus. Quintus Horatius Flaccus

Siamo polvere e ombra. Orazio

Improvvisa è la premura; come se qualcosa fosse sfuggito dalle nostre dita: una piuma, conservata con cura per trattenere il soffice istante in cui la raccogliemmo.

Ci svegliamo così di soprassalto, sudati, febbrili: non avevamo nulla tra le dita in realtà. Stavamo solo sognando la realtà, che è ben più ardua del sogno.

Cosa ci preoccupa? La carriera. La fama. L’opinione che (gli) altri hanno di noi. Il lusso. I piaceri del corpo. Il cibo buono. Il buon vino. Il fatto di essere sani. Il fatto di non impazzire. Il concorso. L’esame. Il sesso. La festa. Il blog.

Siamo preoccupati tutto il giorno. Sì, proprio così. Ci guardiamo con gli occhi degli altri (che non siamo) senza sapere come possano guardarci, gli altri.

Come sarà la mia vita? Cosa ne sarà dei miei progetti?

Intanto una piuma vola; il vento sfiora le cime degli alberi. L’incanto continua. I sogni destano. I desti sognano.

Gli zefiri di primavera trattengono antichi incanti. Quanti amanti li hanno amati? Quanti giovani hanno respirato simili profumi di zagare? Quanti vecchi hanno ricordato i loro anni migliori, così, nel vento della sera?

Gli anni migliori sono gli anni vissuti. Semplicemente, sono esistiti. E noi con essi.

Il resto, lo sappiamo, è solo un vano tentativo di trattenere qualcosa che sfuggirà. Per cui, vivi senza troppo preoccuparti di vivere.

Abbi un buon giorno…

G. B.

Foto: G. B.

Foto: G. B.

5 thoughts on “Zefiri

  1. L’incanto, l’incanto è dei bambini, le prime volte…che loro sanno riconoscere evidentemente, noi forse no, non più…eppure la vita continua ad essere tante prime volte messe insieme, perchè non siamo mai ciò che eravamo prima, nemmeno un istante prima, qualcosa ci cambia continuamente…forse quella piuma che continua a sfuggirci di mano, a volte amplificando desideri, a volte sopendoli, forse quella piuma che suona l’aria e danza il vento, ricamando un in-canto ormai invisibile e silenzioso.
    Allora buon incanto!

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  2. Gli anni migliori son quelli passati, sì. Ma forse la bellezza della vita è in ciò, in tutto ciò che deve ancora venire. Concediamoci il beneficio del dubbio: potrebbe anche andar bene… potrebbe anche dipendere da noi. Scegliere è difficile. Una scelta comporta sempre l’esclusione di un’alternativa. Una strada vince sull’ altra. Una realtà, quando vien scelta, cede il posto ad una probabilità che ci neghiamo. Tutto è piuma. Tutto viene e tutto passa. Momenti, anni, vite. Cosa ne rimane? Resterà qualcosa? Di tutta questa polvere, di tutto questo rincorrersi di ombre, cosa rimarrà? Se non altro, il ricordo d’aver vissuto. Di esserci stati. Di essere stati: noi stessi. E nient’altro. E nessun’altro. Vivere è una sfida continua: per questo è l’avventura più eccitante. Vivere è una scelta continua: per questo è così avvincente. Vivere è l’impresa più complicata: per questo è così affascinante. Ed affascinante è colui, colei che vive non facendo mancare mai nulla alla propria vita: accettando le sconfitte e sprofondarci per il giusto tempo, gioendo per le vittorie e inebriandosi fin quando sembra abbastanza. Arrabbiandosi, quanto basta, certo, ma ci si deve arrabbiare. Piangendo, fin quando il vento di una novità non asciuga le lacrime. Amando: perché non è mai troppo presto né troppo tardi. Bisogna vivere per imparare a farlo: perché non é mai abbastanza, non è mai troppo. Vivere, con la nostalgia di ciò che è stato, con chi è stato e lì dove è avvenuto e con la tremenda, disperata voglia di vedere cosa c’è dietro l’angolo, dopo questa notte, al di là del confine.
    Viversela. Affinché, ogni passato corrisponda agli anni più belli che abbiamo vissuto.

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    • VIvere: l’unica esperienza possibile mentre la si prova. Nessuna propedeutica, nessun corso, tirocinio formativo attivo; nessun concorso: gettati nel Mondo e dunque vivi. Vivere è viversi: metalinguaggio e linguaggio oggetto nel medesimo tempo.
      Non c’è altro da fare; perfino nel parlarne, ne parliamo. Nel commentare, commentiamo. Mentre viviamo il vivere, viviamo. Vivere. Non c’è molto altro da fare. Mentre lo si fa.
      Grazie…
      G. B.

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  3. Sottoscrivo: vivi, senza troppo preoccuparti di vivere.
    E ancora vivi, senza temere il male.
    E ancora vivi, amando il bene, il bene che puoi ricevere e che puoi dare.
    Vivi, vivi, respira profondamente e vai, assecondati. (P.M.)
    GRAZIE PER I VOSTRI CONTRIBUTI Elena e Deborah.

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