L’aria, in Europa, s’è fatta pesante. In Italia, lo è da un po’.
L’inquinamento (dell’aria) ha un costo impressionante: 1463 miliardi di euro in malattie e decessi. Ammesso che abbia senso monetizzare malattie e decessi.
Il Direttore regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa, Zsuzsanna Jakab, ha dichiarato: “Frenare gli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico paga. Le prove che abbiamo presentato forniscono ai decisori un motivo valido per agire”.
Chi sono i decisori? I politici.
Frattanto, la ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato che “oltre il 90% dei cittadini europei sono esposti a livelli annui di polveri sottili al di sopra dei limiti imposti dalle linee guida dell’organizzazione sanitaria: proprio la qualità dell’aria outdoor ha rappresentato una delle cause delle 482 mila morti premature nel 2012 per malattie cardiache e respiratorie, mentre a livello indoor sono state registrate 117.200 morti premature” (fonte: Repubblica).
Le cause? Stufe, camini (spesso usati, anche a causa della “crisi”, al posto di sistemi di riscaldamento meno inquinanti ma più costosi) e traffico veicolare. Una ragione in più per limitare al massimo l’uso dell’automobile, preferendole i mezzi pubblici (che non sempre, purtroppo, sono a basse emissioni) e sistemi di locomozione senza emissioni inquinanti: i propri piedi e la bicicletta…
G. B.