Scegliere

Non c’è più tempo. Si deve scegliere. Scegliere cosa fare. Decidere. Agire. Capire se fare o lasciar fare. Se agire o se assistere.

Non c’è più tempo. Le contraddizioni del sistema sono enormi, irriducibili a ragione, irragionevoli oltre ogni misura.

Disponiamo di ricchezze incalcolabili, di conoscenze cospicue, di tecniche raffinatissime: ma non abbiamo trovato la pace, non l’equità, non la giustizia. Si muore ancora per fame, sete, malattie banali come i farmaci da banco, comprati e buttati con uguale noncuranza da ipocondriaci bulimici affamati di spese.

Mentre lamentiamo l’impossibilità di “arrivare alla fine del mese” o di poter “mangiare una pizza ogni sabato” c’è chi non arriva dall’altra parte del mare, della strada, del villaggio.

Il cibo buttato via ogni anno potrebbe sfamare intere metropoli per un decennio. Gli sprechi non diminuiscono. Non cessano gli abusi ai danni dell’ambiente, i consumi smodati di alcol, droghe, giochi d’azzardo e altre sciocche vacuità.

Che vita conduciamo? Che vita facciamo? Le domande sono queste: facili, semplici, dritte come alberi dritti, incomode come scogli taglienti, trasparenti come laghi d’altura, ovvie come quesiti fanciulleschi: che inchiodano.

Che vita faccio? Perdo tempo? Spreco risorse? Sono generoso con i miei simili? Sono responsabile dei miei atti quotidiani? Mi lamento per cosa? A cosa rendo maggiore onore, al danaro o ai boschi; al dono o all’avidità?

La qualità di una proposta si misura con il metro della coerenza.

G. B.

cervellonatura

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