Aggressivi, assolutisti, visionari. Ecco gli uomini di ogni tempo, di ogni luogo, di ogni terra. Date loro un pur fittizio punto di sostegno e solleveranno la vostra anima dall’obbligo dell’eternità, facendone terra e sangue; oppure, facendo della loro anima la ragione delle nostre elevazioni – quando i visionari sognano buoni sogni coltivano solo il genio, non la violenza – faranno balzare in un istante i comuni destini.
Sognare lune e farne oggetto di approdo: così gli umani si alzano al di sopra delle loro costitutive meschinità. Oppure, in nome di chissà quale dio sanguinario, pura invenzione di menti senza profondità e coraggio, fare a pezzi corpi inermi di altri uomini colpevoli solo di essere diversi: ecce homo.
Vorrei dire a chi semina il terrore che il mio cielo è senza dei, così è la mia terra. Preferisco rimirare le stelle e struggermi col vento che scuote le querce ed evoca amori perduti. Preferisco il silenzio di un monte, l’invisibilità di una siepe, la compagnia di un gatto, le pagine ingiallite di un romanzo senza tempo al vostro fanatismo.
Non pregherò mai con voi né contro di voi: non all’amore, non al danaro né al cielo.
Non ditemi che in nome di Dio si possa, si debba perfino, fare strage di altri uomini e donne infedeli.
Non ditemi, al contrario (voi che credete di credere in un Dio buono) che i fanatici sono eccessivi ma eccezionali; e che le vere religioni non distribuiscono morte.
Io ho infatti paura del contrario, ovvero del fatto che nell’idea stessa di Dio si celi il pericolo della violenza fatta in suo nome. Perché agli uomini non si può dare l’Assoluto senza nel contempo metterli in guardia contro i pericoli dell’assoluto; perché agli uomini non si può far credere che essi possano credere assolutamente, senza mai dubitare di ogni cosa venga loro in mente di dire e di fare.
Ho paura di chi crede assolutamente. Ho invece fiducia in chi semina il dubbio. Il dubbio non è zizzania, ma è pianta che ha fiori innumerevoli, colorati e gentili; è pianta che ha fiori ricchi, frutti forse effimeri ma mai avvelenati.
Coraggiosi, fantasiosi, dubbiosi, così vorrei fossero gli uomini e le donne di domani. Se un domani vi sarà. Prima che tutto si compia, male, senza pietà alcuna, senza altro dubbio che il deserto della certezza.
Giovanni Bongo