Cosa faccio per l’aria?

Ognuno può fare qualcosa. Può fare il suo. A patto di decidere se fare parte della soluzione o del problema.

Lo smog non è un nuovo schieramento politico. Non è di destra, non è di sinistra; anche perché destra e sinistra, nella misura della loro concreta adesione al Potere (che sta devastando il mondo) parlano la stessa lingua.

Mi chiedo: faccio abbastanza? Mentre predico il mio sgomento per lo stato dell’aria e delle terre, faccio qualcosa di importante?

A quanti lamentano le condizioni delle cose svilenti, decadenti, decadute, dei nostri giorni, propongo di risollevare le sorti del mondo – o almeno quelle della propria coscienza – con un modesto impegno quotidiano: da mantenere in futuro.

In primo luogo, possiamo tornare a camminare; camminare per fare, non solo per diletto. Quanto dista la panetteria? Un chilometro? Tra l’andata e il ritorno sono due chilometri; gli stessi che percorriamo sul tappeto, in palestra.

Quanto dista il nostro luogo di lavoro? Quattro chilometri? In quattro e quattro otto possiamo andarci (e da lì tornare) a piedi o in bici: con immenso vantaggio per la nostra circolazione, i nostri muscoli, il nostro scheletro, le nostre tasche, la nostra (e altrui) aria, il nostro umore, il nostro senso dei luoghi, il nostro senso delle relazioni…

Ah, la bicicletta; questo mirabile mezzo di pace e prosperità, con i dovuti accorgimenti, diventa un eccellente mezzo per il trasporto di merci, oltre che di persone.

Ecco, cosa facciamo noi, per la nostra aria, oltre a seguire morbosamente i notiziari scegliendo se stare con chi governa, chi si oppone, chi strepita – e intanto continua ad andare in banca a bordo del suo lussurioso suv?

Camminare, pedalare: due piccole e decisive azioni quotidiane. La politica del cambiamento comincia con il cambiamento della propria politica.

G. B.

 

 

 

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4 thoughts on “Cosa faccio per l’aria?

  1. Questa estate, presso il centro visite dell’oasi wwf delle Gole del Sagittario, era allestita una mostra dal titolo “L’acqua nel piatto”. Immagini tanto significative quanto di facile lettura visualizzavano la quantità di acqua necessaria per i cibi più comuni. A questo aggiungiamo che ogni cibo ha un impatto sull’ambiente anche in termini di inquinamento atmosferico (per la produzione, trasformazione, trasporto ecc)
    … pensiamoci

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    • L’ecologia è la disciplina delle connessioni, delle relazioni, dei sistemi; consente di scorgere quante “cose” vi siano nelle “altre cose” – ovvero il valore intrinseco delle combinazioni, delle circostanze, delle complesse trasformazioni del reale.

      Quanta acqua c’è nel nostro cibo? Quanta energia c’è negli oggetti di uso quotidiano?
      Quanti km hanno percorso il caffè e il riso che consumiamo ogni mese?

      In modo simile, quanti particolati sono presenti nell’aria che respiriamo – posto che respiriamo gli stessi atomi d’aria presenti al tempo di un imperatore romano, per effetto della Legge della conservazione della massa, quella che recita “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”?

      Occorre poca fantasia per avvedersi di quel che sta accadendo; è sufficiente un onesto atto di lucidità.

      Grazie per il contributo. Pensiamoci; ma soprattutto, agiamo!

      G. B.

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