Dice (bene) il vento…

Dice (bene) il vento, che tace leggero su campi di grano immaturo, che è vuoto silenzio nel mare, che è labbra su prati di luce e corsa senza peso nella incipiente primavera. Dice (bene) il vento, tanto da farci chiudere gli occhi e sognare…

Poi c’è il Mondo. C’è chi parla in diretta video di tutto e di niente, dando momentanea (indiretta) celebrità a massacratori perversi e a datori di morte vacui e inespressivi. Ma chi dà la morte, si dà alla morte e ne muore…

Quale malinteso, tanto diffuso da apparire fondato, ha reso la morte così affascinante agli occhi dei tanti (spesso giovani) che ad essa si offrono fino a degradarsi nell’insolente ricerca di piaceri bestiali, di improbabili catarsi, di improponibili “guerre sante”? Gli si sente dire: “ho ucciso lui perché odiavo mio padre”, “volevo uccidere per vedere che effetto fa” – e conforterebbe il (loro) silenzio…

Della grazia tacita che dà consenso alla vita e che ci fa onorare gli altri finché vita è possibile, finché batte il cuore di chi ci parla, finché c’è parola tra noi e gli altri, ricordiamo ancora la sacralità?

Cade nella più turpe delle colpe (per un mortale) chi si finge dio e ne muore uccidendo – non sapendo più vivere come un uomo che vive.

Pietà per loro, per tutti.

G. B.