Oggi, 17 marzo dell’anno 1861, l’Italia è Unita. Oggi. Libera? Sognata patria, sognata Patria di ingegni e poeti, di navigatori ed eroi, di Mondi e Mari, di Monti e Valli.
Italia, disonorata nei secoli, voluta e fortemente voluta da giovani forti, morti; voluta, sognata.
Tanti, da Mazzini ai 1.000, i Giovani impegnati a far l’Italia. Repubblicana, Laica, Libera tra le Genti e orizzonte di Pace e Libertà?
Ma vada pure il Regno, se è per questo, perché la Patria, intanto, è fatta. Verrà Roma, la Capitale; verranno Trento e Trieste. Verrà la Notte e poi di nuovo il giorno.
Italia dimenticata, dimentica di sé stessa, 155 anni or sono, 70 dalla Repubblica e dal primo voto universale e libero per tutti, per le donne come per gli uomini, l’Italia è qui: nostra, dimenticata, solo bandiera e lacrime per qualche tragedia immeritata.
Italia funestata dai crimini, dai ladri, dai servi, da quelli che “o Franza o Spagna purché se magna” (per dirla col Guicciardini); Italia sola, Italia bella, Giardino d’Europa, oggi meno verde, meno fiorita, forse meno europea; Italia, sei ancora da concepire, tutelare, preservare.
La dobbiamo a chi credette, a chi morì, a chi fu disposto a tutto ma non a vendere l’onore; la dobbiamo a Goffredo Mameli e a Cristina Trivulzio di Belgiojoso, ai repubblicani e ai nobili illuminati, ai laureati e ai contadini, a Dante, a Leopardi e a Garibaldi. La dobbiamo a noi stessi.
Oggi, 17 marzo dell’anno 2016, Noi ricordiamo!
G. B.