Lo dico senza alcuna intenzione polemica; né mi piace apparire insistente.
Sono piuttosto Loro, che insistono: emeriti in pensione, ex presidenti, ex votanti, ex appartenenti, governatori senza dubbi di coscienza, rottamatori senza lamiere da rattoppare, amici di amici, ministri influenzabili (come da me già scritto), sofisti senza filosofia, vecchie glorie del parlamento e nuove star della truffa.
Essi insistono nel dire che votare è un diritto prima che un dovere, che astenersi per invalidare le ragioni di un quesito referendario considerato discutibile (o superfluo) è cosa legittima: et cetera…
Ebbene, cari Voi, io invece dico che bisogna votare. Dico di più: Vado Voto Vinco.
Chi è contrario (legittimamente) può votare No. Chi è favorevole, legittimamente e (a parer mio) giustamente, può (e deve) votare Sì. Bisogna, però, votare.
Poi, cari emeriti, ex votanti, pensionati eterni, senatori a vita e rottamatori senza lamiere, vi rendete conto della gaffe istituzionale, costituzionale, etica e sostanziale?
Come potete dire, proprio quest’anno e a poche settimane dall’anniversario del Referendum dal quale presero corpo i vostri destini istituzionali attuali e i vostri lauti stipendi parlamentari, che al referendum si può non andare?
Vi dice nulla la data del 2 giugno dell’anno 1946?
Ricordate? Avete studiato? Siete preparati?
Stato, Italia. Data, 2 giugno dell’anno 1946. Candidati? Repubblica vs. Monarchia.
Voti? Per la Repubblica, 12.717.923 pari al 54,3%. Per la Monarchia, 10.719.284 pari al 45,7%.
Andate a votare. Grati a chi, scegliendo ormai 70 anni fa, scelse per Noi!
Giovanni Bongo