Chi non c’è. Chi non sa. Chi non può. Chi non vuole. Chi non ha tempo. Chi non ha modo. Chi non ha modi. Chi non sa da che parte cominciare. Chi non ricorda come si fa. Chi non sa che parte avere. Chi teme e si chiude. Chi si fa gli affari suoi. Chi si fa gli affari tuoi ma non lo dice a te, lo dice agli altri. Chi lo dice a tutti ma non a te. Chi non sa che fare. Chi non fa che dire, dire & dire; poi non fa, o non fa con te. Chi non dà. Chi non deve mai darlo a vedere. Chi non sale più a vedere. Chi non chiama ancora. Chi non ascolta mai. Chi non ascolta più. Chi ascolta appena. Chi risponde prima di ascoltare. Chi non sa più se iniziare a dire. Chi non può adesso ma la prossima volta ci sarà; la prossima volta, la prossima volta. E adesso? Ci lasciamo, soli!
G. B.
Dire & dire, un marchio editato dall’abitudine, più di un simbolo, suffragato dalla legge.
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La legge dell’ipocrisia, forse; ovvero una forma di adesione alla convenzione: si fa per dire – e alla fine si dice tanto per fare…
Grazie.
G. B.
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