Cammino senza ragioni, alle volte. Per trovare i passi. Per quell’esigenza bruta di andare e fare attrito sulle pietre, orme sulla terra, sudore del corpo e spietata entropia. Cammino senza meta o solo per metà pensando alla meta.
Cammino in tal maniera e il senso di un simile incedere, voglio dirlo, è ben diverso dalla sua ragione: posso volere quel che voglio, certo, ma è nei sensi che l’erotismo vitale dei passi sulla roccia fa il suo corso – e il suo corpo. Si tratta di un bisogno che si somma a una volontà.
Camminare senza raggiungere nulla è esperienza fugace ma dà concretezza. Si tiene alle spalle una condizione incompresa e si prova una felicità primordiale. Ci si dà tempo, spazio, da fare, qualche verità.
Cammino, così, perfino tra le nuvole. Per vederci chiaro.
G. B.