Cammina!

Cammina. Hai visto quegli occhi? Avevano fame, avevi le mani spoglie, non li hai sfamati. Dona.

Cammina. Ricordi quell’abbraccio? Non lo hai più avuto. Tienilo stretto nel cuore e non trattenere più nulla.

Cammina. Ricordi quel giorno? Fu perfetto, non avresti voluto assistere al suo tramontare, sapeva di caldo e d’erba, di monti e d’amore. Ti sosterrà un giorno. Fa’ che ce ne siano altri.

Cammina. Ricordi i tuoi incontri? Hanno fatto di te quello che ora sai. Sii grato.

Cammina! Hai il privilegio di poterlo fare senza indugi. Tutto il resto è già in silenzio. Odi i tuoi passi, dunque, e cammina!

G. B.

Il prezzo

Affermiamo, disinvolti e morali, che la vita non ha prezzo. Ipocriti, invece, ché diamo continuamente un prezzo a tutto, alle cose, agli esseri. Il prezzo degli uomini? Quanto guadagnano, quanto reddito producono? Il prezzo delle donne? Lavorano o fanno, solo, le casalinghe? Domande inique.

L’ideologia del Potere si riproduce (…) per partenogenesi sociale. Ogni individuo la moltiplica senza doversi necessariamente associare ad alcuno (…) Comprare per bisogno o per noia, per disperazione o per gioia. Comprare, consumare, buttare via“.

Il prezzo è la dannazione del valore. Il danaro, che compra tutto quel che è in vendita, (tutto è in vendita?) corrompe il valore.

Possedere: crediamo che là stia la grazia. “Corpi obbedienti comprano acqua che fa dimagrire, biscotti che combattono la stipsi, bibite che rendono amabili“.

Parliamo, in primo luogo e soltanto, di ricchezza e di possesso, di profumo colore forma dei soldi: sinestesia della mercificazione.

Il nostro mondo è merce marcescente. L’uomo è merce tra le merci: non solo organi o pseudo-emancipazione consumistica da eredi (immiseriti) del ’68; ma reperibilità (e disponibilità ad agire, comprando e consumando) ad ogni ora del giorno che verrà.

Ma possiamo ancora sottrarci, “abbiamo (…) necessità di disobbedire a un tale ordine del mondo. Dobbiamo tornare a reclamare autonomia“! Come? Con poco, di meno in meglio!

G. B.

 

 

La realtà

Lo shopping, lo zapping, il baby-parking, il body painting, il piercing, il briefing;  il feeling e il brunch, il lancio e il lunch; take away, night and day, app & store, top & flop, spending review; il déjà vu, la card, il loft; lo chef, il resort, la escort; il report, il doppio e il triplo; la rata e il rito; la scommessa e lo spritz; la paga e la tata; la retta e la ditta; sex dating, what else, fuggire: rimpianti?

Semplicità: sole, vento, rossore e passatempo; sudore, sorrisi, gentilezza;  candore, tuoni, onde e fiori, siepi e rumori; il gioco, la palla, la domanda; silenzi, assensi, ricerca e boschi; le strade, le piazze, le risposte; il mosto, l’indugio, il sonno; il sogno, il dubbio e i piedi;  mani, respiro, acqua; profumi, amori, desideri; baci e fame; occhi e sete; ricordi e abbracci; i passi e i sassi; le lacrime e i rami; le foglie d’erba; catena e ruote; presenze e nostalgie; biscotti, panchine, pani; olio, vino, semi; sale, salite, nubi e il sole; i libri, i giorni, le speranze, la realtà: vivere!

Giovanni Bongo

Cercare

L’essenziale è irriconoscibile. Lo hai camuffato. Non è più solo invisibile ai tuoi occhi; è celato al tuo cuore, dato come cosa ovvia e certa tra le incertezze insolvibili delle tue abitudini. L’essenziale, smarrito, ti pare ovvio.

Te ne stai comodo. Hai ogni parvenza di conforto, ma senti una mancanza infelice. Lamenti una assenza e sei irriconoscente. Eppure mangi, hai acqua, dormi in un letto comodo, hai abiti puliti, “comunichi” con il resto del mondo, hai accesso a servizi, beni e vantaggi.

Cosa ti manca, dunque? Riduci tutto all’essenziale, rinuncia all’opulenza, alleggerisci il peso degli impegni. Ecco, dopo aver perso peso potrai cercare l’assente.

La leggerezza è una funzione della grazia, non del peso.

G. B.

Oggi

Oggi pratico la pace. Pianto un seme, parlo bene di qualcuno, ascolto. Sospendo ogni giudizio, evito ogni accusa, non indugio in pettegolezzi.

Oggi sono in pace. Dico la verità oppure taccio se per dire il vero devo denigrare. Cerco un albero e ascolto la sua voce. Pratico il silenzio. Evito ogni atto superfluo. Condivido quel che ho. Oggi sono sobrio, giusto, umano. Domani? L’eternità è oggi.

G. B.