Cercare

L’essenziale è irriconoscibile. Lo hai camuffato. Non è più solo invisibile ai tuoi occhi; è celato al tuo cuore, dato come cosa ovvia e certa tra le incertezze insolvibili delle tue abitudini. L’essenziale, smarrito, ti pare ovvio.

Te ne stai comodo. Hai ogni parvenza di conforto, ma senti una mancanza infelice. Lamenti una assenza e sei irriconoscente. Eppure mangi, hai acqua, dormi in un letto comodo, hai abiti puliti, “comunichi” con il resto del mondo, hai accesso a servizi, beni e vantaggi.

Cosa ti manca, dunque? Riduci tutto all’essenziale, rinuncia all’opulenza, alleggerisci il peso degli impegni. Ecco, dopo aver perso peso potrai cercare l’assente.

La leggerezza è una funzione della grazia, non del peso.

G. B.

2 thoughts on “Cercare

  1. La leggerezza…
    Se esistono dei criteri con cui misurare la propria maturità, uno di questi corrisponde alla capacità di distinguere la leggerezza dalla superficialità. La leggerezza è negli istanti in cui basterebbe afferrare un filo d’aquilone per sollevarsi da terra, senza perdere la concezione dello spazio e quella del tempo: senza perdere la consapevolezza di essere, di esserci. La leggerezza è nelle pagine di un libro che racconta, che dice ciò che noi stessi, noi stesse abbiamo da dire, da raccontare. E lo fa nello stesso modo con cui lo avremmo fatto noi, se solo lo avessimo fatto (che poi, in fondo, la sostanziale differenza è lì, precisa e semplice: tra chi fa e chi non fa, tra chi agisce e chi non agisce). E i libri sono formidabili in questo: leggeri, sanno quando è il loro momento e fanno di tutto per farsi scegliere in un determinato momento, quello giusto. La leggerezza è in un profumo, in quel profumo che, accidenti, sembra abbia contagiato tutti gli indumenti, anche quelli estranei a quegli abbracci. La leggerezza è nel non pentirsi di qualcosa che è avvenuto e che, avvenendo, ha procurato benefici. Ed è nel credere, nel ricordare che non è stata la situazione ad accadere: ma è stata la nostra volontà a permettere che accadesse, che si avverasse perché, probabilmente, era quello che si desiderava (ovviamente, il riferimento è strettamente personale: sono perfettamente consapevole che in alcuni casi non è così). La leggerezza è sulla strada, sulla scia dell’orizzonte, al di là del mare che no, non fanno paura. Anzi, eccitano. Incuriosiscono. Attraggono. E leggerezza è anche nel rendersi conto che qualcosa è cambiato. E se è cambiato, cambierà ancora. E ancora.
    La leggerezza è anche nei passi che si muovono nel buio per non svegliare il passato, i ricordi. Non perché si ha paura di questi ma perché è giusto che i muscoli e i nervi e il sangue che li hanno stretti e sezionati e spolpati, riposino…
    La leggerezza… la leggerezza, forse, è anche nella consapevolezza di dover e poter essere sereni, serene. E tutto ha avuto inizio dal leggero, caparbio, paziente voler esserlo.

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