Respira

Quando non sai come fare, fai come non sai.

Inspira, accogli il pensiero, prendi il sentiero. Espira, di’ quello che senti, svuota i cassetti. Respira: dona un frutto, dai via il superfluo, determina l’essenziale, apri le imposte. Inspira, abbandona i timori, lascia a terra le orme, non recidere i fiori. Espira, sii grato, sciogli i dubbi, alza gli occhi. Respira: trai coraggio dalle nubi, sorridi e amati.

Se non sai come fare, fa’ come non sai.

G. B. 

Ci vuole un albero

Siamo madri e padri del futuro – modifichiamo il presente. Cambiamo il nostro stato, fertilizziamo il nostro strato comune: il suolo. Piantiamo alberi con i nostri figli, in loro presenza, con il loro sorriso sul nostro capo chino. Uniamo gli impegni, lasciamo fermi i motori. Camminiamo, accompagniamoli a scuola a piedi o in bici. Ascoltiamo cosa hanno da dire. Restiamo con i piedi per terra. Non barattiamo il nostro amore imperfetto con regali costosi. Diamo credito ai semi.

Ci vuole un albero?

“Alla cortese attenzione del Sindaco di Tiggiano e del Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Corsano.

Gentilissimi,

Un proverbio dei Nativi Americani recita: “La terra non ci è stata data in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli. È nostro dovere restituirgliela”.

Tale monito, profetico e tristemente attuale, si impone da tempo alla nostra attenzione di genitori e di educatori. Viviamo, infatti, in un’epoca attraversata da violente contraddizioni sociali, gravata da disgregazione culturale e morale, funestata da guerre e miserie, insidiata da subdole forme di inquinamento e impoverimento ambientale.

Sappiamo che alle temibili prospettive socio-ambientali in atto si deve opporre un fermo, e fiducioso, mutamento di paradigma esistenziale, fatto di gesti esemplari, scelte nitide, nuove opzioni di convivenza.

Per questo abbiamo deciso di donare alla Scuola dell’Infanzia di Tiggiano un albero, a testimonianza simbolica e pratica del nostro impegno per il futuro di nostro figlio e del Pianeta che ci ospita (…)”.

Ci vuole un albero!

Giovanni Bongo

 

Offline

Spengo alla sera. Non indugio nel gioco. Non gioco col giogo. Non rispondo al comando. Neppure al commento. Non penso al lavoro futuro o ai messaggi passati. Non resto online. Divento silenzio. Ascolto chi amo. Mi connetto ai ricordi. Ricerco nella mia coscienza serale. Leggo, sì. Riposo e leggo.

Non accedo mentre mangio. Non accendo se un volto fatica a dirmi cosa l’abbia spento. Non accedo se ho sonno. Non accendo se ho fame. La diretta non fa per me. Non differisco la cena per darla a vedere. Sono in quel che faccio e faccio quel che sono: perché farne post (spot)?

Preferisco sguardi, strette di braccia, storie chiare, giochi semplici coi capelli arruffati; mi piace ascoltare. Sono offline ogni notte. Preferisco cieli stellati e, anche al mattino, mari chiari nel sole di un altro giorno, vivo.

G. B.

Semplifico

Semplifico. Ho già tutto quel che serve. Ho giù tutto quel che occorre. Un’altra camicia? No. Nuove scarpe? Perché mai. Una nuova serie di forchette? No.

Io ho tutto. Mi guardo attorno. Vedo solo occhi spenti, labbra contorte nell’appetito accidioso di un sabato senza Dio né dei. Vedo solo disperazione. Tranquilla, ordinaria, disordinata, scomposta.

Vedo file di illusi alla fiera delle illusioni. Vedo infelici vestiti di tutto punto. Interrogativi, angosciati e privi di grazia, i loro corpi sono stretti nell’abito della giusta occasione persa.

Tacchi a spillo, pantaloni sempre troppo stretti, scarpe a punta, borsini tenuti come bastoni di un pellegrinaggio mai fatto; capelli ordinati, giacchette aderenti d’ordinanza, macchine lucide, telefoni luccicanti, figli tenuti al guinzaglio con promessa di nuovo shopping.

Vedo, sorrido d’amarezza e amore, procedo. Io ho tutto. Semplifico. Cerco di dire il possibile col necessario. Ho tutto quel che occorre. Ho già provviste. Ho giù provvidenze.

Ho tutto, ed è tempo che io doni.

Giovanni Bongo

Veloce & Feroce

Veloce & feroce. Per la gloria, per il mercato, per il re e per la paga. Veloce, feroce. Mangi veloce. Parli veloce. Ascolti veloce. Guidi veloce. Velocemente pensi. Velocemente telefoni, scrivi mentre leggi e mentre pensi scrivi quel che farai in multitasking.

Prendi un caffè veloce. Chiedi “come stai?” velocemente. Velocemente fai la spesa, cucini cibo già cotto, ti siedi al tavolo e ordini qualcosa di veloce. Tu sei veloce. Sei felice di essere veloce. Ti indispone chi non è veloce. Non hai tempo per queste cose lente, tu.

Tu sei carriera, successo, potere, seduzione: tutto veloce. Tu scegli, decidi, fai tutto presto bene e feroce. Sei veloce. Sei feroce. Bisogna essere veloci, feroci, vincenti, brillanti. Bisogna comprare, consumare, lasciarsi alle spalle il passato & il presente & forse anche il futuro. Bisogna fare fitness, flash mob, vernissage veloci. Tu sei veloce, la tua vita è veloce. Hai fretta di essere, tu, ma non trovi il tempo per esistere.

Fermati, invece, e sosta; chiudi gli occhi, respira, spegni tutto. Sei fatto del tempo che hai perduto a guadagnare il tempo che hai perso! Contempla le tue perdite e guarda le barche in secca!

G. B.