Tentazioni

Le tentazioni sono i tentativi del tuo essere – di diventare quel che non è, non sa, non vuole, non riesce ad essere. Le tentazioni sono tentativi sotto spoglie di visioni seducenti.

La tentazione giunge improvvida, rapida, increspa laghi chiari e smuove nervi, dà vertigine e appetiti.

La provi, la vivi, ne trai istanti di ristoro e ore di tormento proprio quando tutto è così certo. Perché torna, perché? La tentazione è capriccio, osceno segreto del tuo essere, ti denuda.

Dunque, lasciati tentare. Tenta. Sii tentazione. Dai parola alle tue tentazioni. Lascia che la tentazione tenti di indicarti l’assenza dolente che ti fa piangere mentre credi di gioire.

Attraversa la tentazione. Non giudicare la tentazione. Non reprimere la tentazione. Non evitare la tentazione.

Invita la tentazione a pranzo e a letto. Passeggia con la tentazione. Ascolta la sua voce flebile. Alza lo sguardo. Metti i tuoi occhi nei suoi. La tentazione ti dirà chi sei – con molta più attenzione e intelligenza di quella disgraziata virtù chiamata ipocrisia.

G. B.

Resurrezione

Non mettere mai un Uomo contro il suo stesso cuore.

Parla sempre con onestà.

Non sminuire chi hai di fronte neppure per difenderlo.

Sii dolce.

Ascolta – per comprendere e non per giudicare.

Bacia per amore.

Non mettere mai un Uomo contro il suo stesso destino.

Ricorda che se rinneghi il passato non puoi riconoscere il presente.

Se vuoi il grano sappi gioire della crusca.

Il valore di un Uomo è misura delle parole che dice ma soprattutto di quelle che evita di pronunciare.

G. B.

Sei Corpo

Hai un solo corpo. Sei solo un corpo. Sei il tuo corpo. Abbi cura del tuo corpo. Dagli ascolto. Donagli tregua. Perdi peso. Rafforza i muscoli. Nutri bene ogni tua fibra. Bevi acqua pura. Respira aria pura. Ascolta il torpore della schiena. Ascolta la fatica dei piedi. Abbandona gli affanni. Lascia perdere le angustie. Alleggerisci il tuo collo. Riposa lo sguardo. Hai solo corpo. Sei un solo corpo. Amati.

G. B.

Pulite di Terra

Lascia spazio ai fiori, sempre. Coltiva tutto quello che puoi e usa tutto lo spazio che trovi. Dai pregio ai sassi: addolciscono l’urto delle piogge, incorniciano le piante odorose, danno rifugio ad animali fragili, serbano l’umido per le torride mattine di mezza estate.

Confondi gli occhi di chi guarda ogni cosa con triste logica produttiva: i pomodori amano la tagete, le rose accompagnano bene i limoni: fai dell’orto un giardino, fai del giardino un orto.

Semina granoturco, fagioli, zucchine e lavanda in file parallele di reciprocità. Sappi che ogni vaso è spazio: buono per la rucola, il timo, il prezzemolo, le fragole.

Chiedi in uso i terreni abbandonati, rendi ogni aiuola un eden eroico. Non occorre essere proprietari, basta essere custodi.

Coltiviamo tutta la terra che c’è. Piantiamo ovunque fiori, arbusti. Soprattutto, piantiamo alberi – da ammirare, da mangiarci: perché ci si sfama con gli occhi, non solo tra i denti.

Camminiamo per andare ovunque. Modifichiamo la percezione, percepiamo gli spazi, fermiamo i motori e gli aggeggi ognora accesi.

Il cambiamento è nell’aria, va respirato. Facciamo con le mani. Le proteste non bastano e neppure gli esempi saltuari. Occorrono scelte vere, concrete, decisive.

Le mani devono essere pulite per toccare cose pulite; e devono essere sporche di impegno, di dono, di decoro. Per essere pulite di Terra.

G. B.