Lascia spazio ai fiori, sempre. Coltiva tutto quello che puoi e usa tutto lo spazio che trovi. Dai pregio ai sassi: addolciscono l’urto delle piogge, incorniciano le piante odorose, danno rifugio ad animali fragili, serbano l’umido per le torride mattine di mezza estate.
Confondi gli occhi di chi guarda ogni cosa con triste logica produttiva: i pomodori amano la tagete, le rose accompagnano bene i limoni: fai dell’orto un giardino, fai del giardino un orto.
Semina granoturco, fagioli, zucchine e lavanda in file parallele di reciprocità. Sappi che ogni vaso è spazio: buono per la rucola, il timo, il prezzemolo, le fragole.
Chiedi in uso i terreni abbandonati, rendi ogni aiuola un eden eroico. Non occorre essere proprietari, basta essere custodi.
Coltiviamo tutta la terra che c’è. Piantiamo ovunque fiori, arbusti. Soprattutto, piantiamo alberi – da ammirare, da mangiarci: perché ci si sfama con gli occhi, non solo tra i denti.
Camminiamo per andare ovunque. Modifichiamo la percezione, percepiamo gli spazi, fermiamo i motori e gli aggeggi ognora accesi.
Il cambiamento è nell’aria, va respirato. Facciamo con le mani. Le proteste non bastano e neppure gli esempi saltuari. Occorrono scelte vere, concrete, decisive.
Le mani devono essere pulite per toccare cose pulite; e devono essere sporche di impegno, di dono, di decoro. Per essere pulite di Terra.
G. B.