Rabbia preme, rabbia grida, rabbia ruggisce come spirto guerrier chiuso nel cerchio, come padrona schiava del regno. Rabbia urla, rabbia sbatte, rabbia ride e deride ciò che ama e odia. Rabbia spacca e si fa male. Rabbia se ne infischia e lede mentre grida lode. Rabbia fende, offende e pretende. Eppure, remota, dice la tua disperazione. Dice: tu sei solo, sola. Tu non hai mai trovato pietà, chi t’ascoltasse, chi ti aiutasse ad essere chi saresti potuto essere, chi saresti voluta diventare. Rabbia protesta vanamente, urla per non sussurrare, acceca per non vedere ciò che rischiara coi suoi lampi. Rabbia urla per non dire cos’è. Rabbia non sa quel che teme; o lo sa, e per questo (lo) teme.
G. B.