Paura di fare, di dire, di scegliere. Paura di dormire da soli, di uscire da soli, di una foto. Paura del primo bacio, di un ricordo, delle malattie. Paura dei fantasmi, di star soli in casa, dei ragni. Paura dei serpenti, di decidere, del passato. Paura del futuro, del presente, dell’assente. Paura dei no, dei sì, dei gesti. Paura degli atti, delle opere, delle omissioni. Paura dei pensieri, dei misteri, dei desideri. Paura dei segreti, delle bugie, di lasciarsi andare. Paura di raccontare, di cantare, di volare. Paura di cadere, di perdere, di vincere. Paura di provare, dell’abbandono, di abbandonare. Paura di giudicare, di essere giudicati, di cambiare. Paura del sesso, dell’amore, della morte. Paura dell’odio, di apparire, di sparire. Paura di avere figli, di non avere successo, di restare. Paura di essere respinti, di respingere, di toccare. Paura di non farcela, di primeggiare, di parlare. Paura di far tardi, di non piacere, di piacere. Paura di tutto, di qualcuno, di non arrivare. Paura che sia tutto finito, che finisca, che non torni. Paura che capiti, che non accada, che non abbia alcun senso.
Chi vive (di paure) ha paura – di vivere.
G. B.
La paura è un sentimento umano, pertanto normale, ma non deve essere il blocco di una vita. Mai.
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Concordo, non potrei non farlo. V’è una paura fisiologica, primordiale, istintuale, connessa all’esperienza, legata alla nostra sopravvivenza; è la paura che ci tutela dai pericoli naturali, dalla presenza fisica del rischio. V’è, poi, una paura impalpabile, quel pensiero senza forma tutto interno alla nostra immaginazione ma, non per questo, privo di effetti pratici: è paura di vivere, è “blocco di una vita”, è limite da superare per poter vivere appieno.
Grazie.
G. B.
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