Sudi sul mio petto. Corpo su corpo. Materia della mia materia, che un giorno non sarà.
Sudi su di me, tuo padre. Respiri sulla mia dedizione, sogni sul mio desiderio di non perdere neppure un istante di tutti i tuoi istanti.
Vorrei esserci sempre. Non potrò. Non ci sarò per sempre, né sarò ovunque tu sarai. Sarò dove mi ricorderai, in te e per te: parte di un ricordo, parte di te ma senza dominio.
Sudi sul mio petto. Confidi in me. Ti vedo crescere e assisto alla tua meraviglia. Provo meraviglia, so che un giorno mi mancherai come il respiro che perderò a saperti lontano. So che ti ricorderò così come sei ora: fragile forte virgulto tenerissimo, respiro del mio respiro, parte di me, indivisibile astro di cui conto, forse conosco, gli atomi infiniti.
T’amo più di me stesso. Ti amo come non mi è mai riuscito di amarmi: perché non ti giudico; perché non ti tormento; perché credo in te e con te mantengo la parola; perché sono convinto della tua Bellezza. Ecco, su tuo padre sei mio figlio e io sono io come non sono mai stato.
G. B.