Di bocca in bocca. Lontano dal cuore. La voce si ingrossa e la verità, in attrito di parole e in accumulo di opinioni, perde trasparenza.
Cerchiamo la verità. Eppure, privi di prove, facciamo di tutto per tradirla. Ci vuole cuore per dire e per ascoltare una verità che non faccia del male ma che illumini uno sguardo. La usano contro di noi, la usiamo contro di loro: verità che è solo vendetta e non lume.
Preferibile, allora, è custodire segreti. Preferibile è accudire tormenti. Nel silenzio. Perché nobiltà è parlare con i presenti ma solo dei presenti. Nobiltà è, per un amico, parlare all’altro amico di sé e non del terzo escluso, che non è un oggetto logico ma un amico assente.
Preferisci il silenzio, perché è la prima condizione del verbo. Evita offese, illusioni, allusioni, violazioni, violenze. Pratica il silenzio e fa’ che nutra ogni tuo discorso.
Si dice che in principio fu il verbo; se è così, alla fine delle tue parole non può esservi posto per la brutalità. Preferisci il silenzio. E la compassione che comporta.
G. B.