Ai figli 6

Vorrei essere Tempo. Per fermarmi, guardarti, assistere al prodigio della tua presenza e compiacermi di averti parzialmente costituito. Vorrei essere Tempo. Non trascorrere più. Tenere in grembo il tuo respiro, tutti i tempi, gli amori, le occasioni perfette, i tuoi sogni e ogni parola che non dici. Vorrei essere Tempo. Cullarti, mostrarti ciò che ho conosciuto, insegnarti i miei errori, presentarti chi ho amato (e perduto) nel Tempo. Vorrei essere Tempo. Dire a ogni epoca il tuo nome. Mostrare i tuoi occhi all’intero mondo. Sentire la piena fierezza che non ho saputo mostrare a me neppure per me stesso.

Vorrei essere Tempo. Non temere più il mio passaggio. Non temere la morte. Scegliere le occasioni migliori, vagare avanti e indietro (se necessario) e anche in tutte le altre dimensioni non previste dalla fisica dei mortali. Vorrei renderti intoccabile, vorrei renderti l’eternità.

Vorrei essere Tempo. Vederti crescere senza che tu perda la tua infanzia. Vederti maturare senza che tu perda la tua giovinezza. Farti essere sempre e ovunque ciò che sei e sarai (bambino, giovane, adulto) senza privarti di alcuna libertà. Vorrei essere Tempo: non invecchiare, non separarci, dire sempre e non assistere alla decadenza di questo patetico avverbio per involontaria necessità. Dunque, vorrei essere Spazio, alterare il Cosmo, il corso inesorabile delle cose.

Vorrei essere Tempo. Non vederti invecchiare, sfiorire e cedere. Vorrei essere Tempo (impossibile, vero?) per preservarti da me.

G. B.

 

Silenzio 9

Rigetta ogni accusa: hai fatto il possibile, nei modi che le circostanze hanno concesso. Respingi ogni sospetto: sei leale, non infallibile. Respingi gli insulti: tu hai valore e meriti rispetto. Trascura le insinuazioni: c’è chi parla senza giudizio, mosso da rancori insondabili. Accogli le osservazioni sincere: chi ti vuole migliore, non ti peggiora con le sue parole. Loda te stesso quando lo meriti, ma non crederti compiuto. Sii degno. Non fingere. Preferisci l’errore all’ipocrisia. Coltiva amori puliti.

Così sia!

G. B.

Silenzio 8

Chi ti fa pesare quello che in realtà le pesa. Chi ti rimprovera di fare quello che egli stesso fa. Chi ti giudica con il pretesto di aiutarti. Chi ti demolisce per motivarti. Chi crede di incoraggiarti ma ti insulta. Chi ti offende fino a esasperarti. Chi si dice offeso dalla tua esasperazione. Chi ti provoca per il piacere di vederti esprimere le tue bassezze. Chi ti elogia in pubblico ma ti svilisce in privato. Chi ti degrada in pubblico ma giura di stimarti in privato. Chi dice di amarti e ti tormenta.

Sottraiti.

G. B.

 

L’errore

Siamo la nostra ombra. Siamo i nostri silenzi. Siamo le speranze che nutriamo negli altri e che altri, in noi, hanno nutrito. Siamo i richiami che facciamo, taciturni e tenaci, nelle ore in cui non ci intendono. Siamo i nostri ricordi inesatti. Siamo le nostre esigenze inespresse. Siamo la nostra passione perduta – o non ancora riconosciuta. Siamo i nostri desideri molesti, le vaghe nostalgie di un passato mai davvero vissuto, il diniego del presente, la fuga nel futuro, la tenerezza impotente verso ciò che è già stato.

Siamo la nostra debolezza, oscura come ciò che dà tenore alla luce. Siamo la nostra grazia, irripetibile perché imprecisa. Non potremmo essere magnifici, alle volte, senza superare quei limiti che ci rendono meschini.

Siamo ignoti in ciò che, di noi, non vogliono e non vogliamo vedere. Siamo là, nell’ignoto. L’errore è non comprendere chi si crede di aver conosciuto. L’errore è non voler conoscere – credendo di aver già compreso.

Dunque comprendi, conosci, ama!

G. B.