Silenzio 15

Diffida di chi non ascolta. Non lasciare che ti ami di un amore ottuso. Diffida, allo stesso modo, del politico mellifluo, dell’insegnante insulso, del parente insincero. Avvicina soltanto chi è capace di ascolto. Non avere amanti sorde, sordi, ai tuoi richiami. Allontanati anche da fratelli e sorelle, figli e padri, figlie, madri, amici – se essi non sanno ascoltare.

Non v’è profondo amore se non nell’ascolto. Non è mero silenzio (e sarebbe già tanto), è ascolto: significa aver trasceso il giudizio, il pregiudizio, l’insulto, la rabbia, la gelosia, l’invidia, l’accidia, la presunzione. Significa aver superato l’Io e aver raggiunto il Sé.

Stai soltanto con chi ascolta. Lascia che ti ami chi sa ascoltare. Ama chi ascolta. Ama. Ascolta.

G. B.

Silenzio 14

Mi ricordi i miei errori, che io conosco come nessuno potrebbe, e mi imprigioni nelle loro conseguenze. Che me ne faccio di un simile fardello?

Ho me stesso e non chi sarei potuto essere. Dopotutto è per via dei miei sbagli che ora so chi sono e ho valore.

Ricorda me, piuttosto, ricorda i miei doni. Abbi a cuore gli spazi sconfinati che ho offerto al tuo sguardo. Ricorda quello che ho compiuto.

Si direbbe uno scherzo del destino il fatto che chi ha coscienza finisca con l’essere trattato da incosciente. Non importa. Partirò leggero, con il passo preciso, consapevole dei miei limiti ma non per questo inibito.

Di buono v’è che non ascolto più gli ipocriti e le seduttrici. Non ho pietà se non per la pietà. Chi sbaglia, vaga! Troverò dunque sulla strada quello che ho perso nell’attesa.

Non ho null’altro da annunciare. V’è sempre un silenzio in ogni onesta affermazione.

G. B.

Camminare 29

Cammini da anni. Instancabilmente. Ti pare l’unica attività fondamentale. O almeno, l’unica degna di essere posta a fondamento di quello che conta nella vita. Cammini per leggere, per coltivare, per comprendere, per amare, per parlare, per ascoltare, per decidere, per attendere. Cammini per camminare e solo di rado per raggiungere qualcosa. Hai compreso di essere in fuga, da sempre, non da una forma precisa, semmai dall’assenza di forme precise nella tua vita. Hai scoperto di provare molta rabbia. Ti sei seduto e hai chiuso gli occhi, giorni fa. Hai smesso di inseguire i pensieri e hai respirato senza artificio. Così, hai visto, hai rivisto, hai viaggiato nel tempo.

La tua rabbia non è altro che paura: una incalcolabile paura, che ti condiziona, sceglie i tuoi ritmi, vincola le tue scelte, ti fa errare, ti ha fatto contrastare i tuoi desideri più profondi. Ecco una verità da dire con chiarezza: hai paura.

Cosa farai? Non lo sai ancora. Per prima cosa abbraccerai la tua paura, con fermezza e solidità. Le offrirai uno sguardo dritto e costante. Le lascerai dire quel che ha da dire. Hai finalmente conquistato il coraggio di aver paura.

G. B.

Silenzio 13

Hai detto che nella vita occorre decidere. Ti dico che è la Vita a decidere. Mi hai detto che occorre scegliere. Ti dico che scegliamo ben poco. Mi hai detto che occorre avere un piano ben chiaro. Ti rispondo che siamo quello che abbiamo lasciato, o abbiamo impedito, al nostro cuore. Ripeti che a un certo punto non c’è più spazio per i sogni. Rispondo dicendo che siamo vivi finché sogniamo e che forse moriamo nei nostri stessi sogni.

Pensaci bene, non si sceglie poi molto dal momento che non si è scelto di nascere. Dunque, fai spazio al caso, apri il cuore ai fallimenti, vivi vivendo ogni occasione. Infine, trasforma le carenze in carezze.

G. B.

Supermarket 1

Corrono. In gruppi che non sono tali. Per l’ultima offerta. Fino all’ultimo pacco. Irrisoria vacuità. Si dicono di destra o di sinistra. Fanno le stesse cose. Con chiaro vantaggio del Potere.

Io i negri non li voglio più vedere, io invece sono favorevole ai matrimoni omosessuali; io ho comprato le merendine bio per i miei bambini, io invece ho trovato la mortadella a 0.50 il chilo; io ho preso le olive taggiasche, io invece ho taggato gli amici (noli me taggare, ndr); che poi la cultura è a sinistra, che poi io a quelle di sinistra gliela farei vedere (sorrisetto ammiccante); che poi io non sopporto proprio gli zingari, che poi io non è che sono razzista ma secondo me i napoletani sono tutti un po’ ladri e i milanesi sono tutti un po’ stressati e gli inglesi non hanno il bidet e i francesi con il pane sotto le ascelle sono osceni quindi viva l’Italia, ma non tutta, una parte; io ho comprato un nuovo smartphone ché c’era l’offerta, io non so se andrò in vacanza però agli immigrati danno 35 euro al giorno; io non sai che schifo ho provato quando ho visto quella coppia di ragazzi che si tenevano per mano, io vorrei farti notare che siamo tutti uguali e che più tardi ci vediamo per uno spritz…

Fine.

G. B.