L’attesa

Ogni cosa al suo momento. Ogni cosa ha il suo momento.

Credi che sia doveroso programmare, pianificare, prevedere? Non ti avvedi dell’incertezza, della transitorietà, della fragilità?

Ama gli istanti. La luce squillante di una fine d’estate, il soffio di un batter d’ali, una candela accesa al tavolo di due amanti, la fragranza di una focaccia, il fresco sapore dell’acqua pulita.

Né domani, né rimpianto. Ora, adesso, un respiro, il cuore di chi ami, l’imperdibile esserne parte. Parte di te e non di quello che non sei stato.

Fortuna è poterlo dire, poggiare i piedi per terra, sentire la brezza. Non dire sboccerà, ora è bocciolo.

G. B.

Silenzio 18

Ti avvicini lentamente. Cerchi di trattenere ogni singolo istante, che in tal modo ti appare eterno. Il tempo ti spaventa. Più del Mondo con le sue regole oscure. Oggi non è più, ieri è già scomparso. Neppure il futuro ti solleva, perché implica lo scorrere rapido di questo fiume prezioso.

Rallenti il passo. Come se dal moto dipendesse ogni periodo e ogni misura. Stando fermi, pensi illogicamente, il tempo potrebbe frenare fino quasi ad annullarsi. Attendi così un altro istante, prima di cedere al sonno o a una distrazione.

Ammiri ogni cosa preziosa: tramonto, luna piena, nubi gonfie di pioggia, il tuo gatto che gioca, il tavolo di una cena tra i tuoi cari, il profilo di tuo figlio mentre dorme. Provi tenerezza per la tua compagna, madre che è e sarà ancora. La osservi di nascosto.

Stai in silenzio, più che in passato. Ti auguri il meglio per tutti e ti nascondi agli istanti che attraversi con necessario rispetto.

Onorate il tempo, voi che correte ovunque pieni di voglie. Il tempo è più forte di noi.

G. B.

italiano medio

Pashmina, infradito, berbuda, borsello, occhiali e selfie. Renegade, vai a puttane (united colors of autostrade, possibilmente), sei razzista sottovoce, sei fascista sotto sotto, alzi la voce tra i tuoi simili, scrivi odio e banalità sui tuoi social. Il tuo ministro ha le palle, le tue ferie sono retoriche come i tuoi gesti banali: vai a Sud ma detesti i terroni, vuoi mangiare tanto e spendere poco, vuoi tutto e non capisci niente. A casa loro – è la tua frase preferita. Li vedi morire, annegare, i negri, che ti tolgono il lavoro, la pensione, i 35 euro, il sonno, la sicurezza e l’alibi che ti permette di celare la tua stupidità.

Scommetti su tutto, tifi solo se vinci, tifi solo chi vince, vinci sempre e non perdi mai, stai sempre con chi vince, non hai mai perso. Sei stato (e sei, all’occorrenza) fascista, democristiano, comunista, forzista, leghista, purché se magna. Sei autobiografia di una nazione, per te, mai nata e con te quasi estinta.

Vai ovunque a portare il tuo chiassoso volgare style, ascolti orrenda musica da ballo nei boschi, fai escursionismo in mocassini, fai sport estremi in mare aperto e a mala pena sai cos’è un vento.

Lasci i tuoi rifiuti in spiaggia, alzi la voce senza ragione, compri firme senza eleganza, hai i soldi e non hai eleganza. Sei quello che sei, una  caricatura, un ipocrita, un dito medio sollevato contro chiunque non abbia avuto in sorte (sfortuna?) di essere come te: un mediocre di successo.

Gli eroi giovani non sono morti per te!

Giovanni Bongo  

Silenzio 17

Parla, con chiarezza. Di’ quello che senti. A te stesso e agli altri. Ricorda che se un buon silenzio dice l’essenziale, un cattivo silenzio tace il necessario. Non omettere, fai germinare.

Se temi che rivelarti ti esponga a rifiuti e a insulti, considera che tacere ti espone alla certezza dell’ipocrisia. L’approvazione altrui dipende dagli altri, l’ipocrisia dipende da te. Pertanto, corri il rischio di essere respinto, lascia agli altri la responsabilità della loro insensibilità e cura, invece, la tua sincerità. Parla ogni volta che lo consideri vitale per te. Non risparmiarti.

Racconta a chi ami che l’ami; fai capire a chi desideri che provi desiderio; chiarisci cosa temi (e se soffri) a chi ha i mezzi per aiutarti; narra cosa immagini a chi può comprendere i tuoi sogni mancati, fai notare la tua sofferenza a chi ti ha mancato di rispetto.

Rivela chi sei. In una vita hai una sola possibilità di dire, di volta in volta, quel che è vivo – in te.

G. B.

Camminare 31

Ho cercato invano. Ho fallito invano. Ho varcato soglie, attraversato nazioni, scalato montagne. Ho raggiunto vette e ho visto me stesso dall’alto di tempi già ampiamente vissuti. Ho portato pesi nell’anima, ho lasciato un sasso sulla cima a lungo attesa (dove era giusto che giungessi a sciogliere il mio voto) e ho provato, riprovato, sudando in salita e piangendo in piano.

Ho incontrato stolti, conosciuto mediocri, frequentato invidiosi e superbi dalla fortuna sfrontata. Eppure non ho smesso di amare, non ho ceduto all’odio, né mi sono arreso alle regole idiote stabilite dai ladri.

Al contrario, ho esasperato la mia mente, logorato i miei tendini, perseverato in imprese, ritenute folli, che infine mi hanno condotto a grazia inattesa.

Vorrei acqua, riconoscenza e ascolto, ma non chiedo nulla a chi non sa o non vuole sapere. Continuerò a migliorare, fallirò ancora, ma se i fiori continuano a fiorire su pietraie lunari, se la sincerità non finge, se la riconoscenza riconosce chi ha il merito di averla provocata, allora la mia tenacia ha ancora senso su questa Terra. Quanto al resto, non ho intenzione di fermarmi.

G. B.

Silenzio 16

Evita l’enfasi o, all’opposto, l’ipocrisia. Non gridare i tuoi sentimenti ma non li nascondere sotto mentite soglie. Oltrepassa quelle soglie note, invece, ed entra nella tua ignota verità.

Sciogli i legami insulsi, fossero anche di sangue o d’apparente amore, e stai con chi è disposto a condividere con te cose che abbiano senso. Ridi e banchetta, ma non ridere soltanto; lascia anche spazio alla serietà, alla compassione, ai dubbi: la superficialità non è mai gioiosa.

Hai il diritto di condividere le tue passioni e non hai alcun obbligo verso chi ti impone le sue ossessioni. Mangia con chi sa ascoltare i tuoi racconti, altrimenti lascia la tavolata e le sue delizie appariscenti: chi non ascolta non sa neppure spezzare il pane.

Fai comunità con i tuoi simili, ché talvolta la diversità non ha valore. Non lasciarti offendere. Non offendere. Usa parole pulite.

Purifica i tuoi pensieri ma non punirti per i tuoi pensieri impuri: cambia in meglio e sarà questa la tua redenzione. Ricorda che chi ti vuole far scontare il tuo passato è già pronto ad avvelenare il tuo presente.

Sei hai deciso di tacere, fallo. Hai buoni motivi per stare in silenzio. Ricorda cosa hai ancora da dire e rammenta cosa non hai ancora detto.

Parla con chi ha il coraggio di starti a sentire e dichiara la tua verità con dolcezza.

Amen.

G. B.