Il saggio era seduto ai piedi di un alto faggio. Aveva avuto, così dicevano, ben due vite. Nella prima era stato un uomo dedito a tutti i piaceri, ma anche a virtù di scienza e conoscenza. Poi aveva preso a cercare il cuore delle cose.
Il viandante si sedette proprio di fronte al saggio, non prima di aver fatto fiaccamente scivolare a terra lo zaino e di aver bevuto, ad avide sorsate, dalla borraccia. Chiuse gli occhi. Il vento gli dava sollievo.
Il saggio prese a parlare. Disse: “Ho conosciuto virtù senza merito, redenzioni senza tentazioni, uomini tanto disonesti da non avere neppure un difetto. Diffida di chi non ha segreti, è sleale. Diffida di chi usa mezzi iniqui per dimostrare la tua disonestà. Diffida di te stesso, quando giudichi ciò che tu per primo non hai provato. Ricorda che quello che hai desiderato e perso spiega ciò che cerchi ma non vuoi“.
Il saggio aprì gli occhi nello stesso istante del viandante.
Scoprirono, così, occhi negli occhi, di essere lo stesso essere.
G. B.