Le sette solitudini sono cominciate. Così la svantaggiosa idea di non farcela. Pertanto il viandante è nella scomoda posizione di chi può distinguere il vero dal falso. Ora possiede le ceneri, che in realtà non gli appartengono, e riconosce, uno ad uno, l’ipocrita, che non è affettuoso; il falso, che non è davvero partecipe; il narcisista, che finge compassione e invero si guarda l’ombelico; il freddo, che non è il forte e compassionevole compagno di dolore. I pensieri del viandante sono intricati come rovi su rocce di altura. Il viandante ora è rabbioso, ora è stordito: prova rancori e pulsioni inspiegabili. Come un Buddha cerca di osservare tutto senza farsi vincere. In realtà ha paura, è debole, ha propositi cupi. Cammina sempre sul filo del panico. È stordito da un senso di vuota colpa. Vuole abbandonare il superfluo: pensieri molesti, rapporti finti, luoghi totalmente insignificanti ai suoi occhi. Lo zaino dovrà essere leggero, non ha più la schiena di un tempo. Come si fa? – si chiede di continuo. Si risponde col motto coniato quando gli veniva facile essere saggio, perché non conosceva i peggiori dolori: quando non sai come fare, fai come non sai! È questione di mesi. Così sia.
Giovanni Bongo