Mi manca il tuo respiro. Come a dire che mi manca il mio. Lo vivo nelle rose che ti donammo e che amavi. Respiro nei petali e nel tuo amato mare. Mi manca la tua voce – e non parlerei più se non vi fossi costretto. Vorrei anche restar calmo e sobrio, invece ho un tremito nel petto e un’ansia vaga, ondivaga, brutale: non riesco più a far nulla che non sia nuovo e libero e vicino a te o al mio vero io in qualche modo.
Farei già lo zaino. Partirei domani, ma i “doveri” mi opprimono. Mi sto alleggerendo, dovresti vedere: meno manie, meno ossessioni, più schiettezza nel dire le cose, meno peso corporeo – e sono solo agli esordi.
Mi manca il respiro – anche il tuo.
G. B.