Silenzio 43

Cosa sei diventato? Come sei diventata? Cosa significa, per te, amare?

Esci dal ruolo. Esci dal dolo. No, io non ti giudico, ti invito soltanto a seguirmi fino al lago. Là si può riflettere, là ci si può specchiare, nelle acque pure, come in uno specchio.

Rifletti, senza compiacerti e senza pensare – ché pensare è penare. Rifletti. Rispecchia la tua anima con sguardo amorevole. Senza giudicare. Senza parlare. Ecco, questo è amare. 

G. B. 

Camminare 40

Una specie di nuova estraneità. La precisa sensazione di essere lontano dalla felicità altrui – come, forse, dalla propria. Il desiderio di tacere, accompagnato però dalla voglia di farsi capire. Queste, ed altre, sono le sensazioni e le voglie del viandante, che a tal punto sente di consigliare un semplice decalogo: aiutate chi soffre mentre sta soffrendo, non ci vuol tanto a capire come possa stare chi ha perso la madre o chi lotta contro un cancro; di conseguenza, non ammirate troppo a lungo il vostro ombelico, perché chi finge di lodarvi (in pubblico) è già pronto a piantarvi un pugnale nel petto. Distinguete il vero dal falso, solitamente il vero non fa sanguinare né devasta uno spirito. Aiutate chi non chiede e smettete di coltivare le vostre, talvolta ridicole, ambizioni: la grandezza è leggera. Se non potete praticare la leggerezza, siate almeno coerenti con il vostro peso: dunque, smettete di mentire, di promettere, di garantire, di offrire. Siate libellule, non ipocriti.
Amen.

G. B.

Silenzio 42

Il viandante si disse, senza motivi apparenti: le cose mi piacciono sul finire. Lasciò la frase a mezz’aria. Avrebbe voluto incontrare un saggio o una musa, invece accettò la sentenza del tempo, che gli stava imponendo solitudine.

Neppure il vento o gli alberi avrebbero potuto consolarlo. Semplicemente, sentì il vuoto della morte ma non riuscì a fare il vuoto dell’amore – in sé.

Allora si rispose con ricordi dolcissimi e intuì di aver avuto paura della felicità e del desiderio. Comprese, insomma, di non dover più comprendere con la ragione e inoltre comprese che la felicità era già stata inavvertitamente sua un numero imprecisato di volte, quando non era stato in sé e non si era avveduto di essere già felice.

In quei momenti, pensò, ogni momento era stato presente. Si disse: solo il presente (con chi si ama) è strettamente necessario.

Il viandante riconobbe di essere confuso, ebbe voglia di piangere ma cominciò a vedere.

G. B.