Una specie di nuova estraneità. La precisa sensazione di essere lontano dalla felicità altrui – come, forse, dalla propria. Il desiderio di tacere, accompagnato però dalla voglia di farsi capire. Queste, ed altre, sono le sensazioni e le voglie del viandante, che a tal punto sente di consigliare un semplice decalogo: aiutate chi soffre mentre sta soffrendo, non ci vuol tanto a capire come possa stare chi ha perso la madre o chi lotta contro un cancro; di conseguenza, non ammirate troppo a lungo il vostro ombelico, perché chi finge di lodarvi (in pubblico) è già pronto a piantarvi un pugnale nel petto. Distinguete il vero dal falso, solitamente il vero non fa sanguinare né devasta uno spirito. Aiutate chi non chiede e smettete di coltivare le vostre, talvolta ridicole, ambizioni: la grandezza è leggera. Se non potete praticare la leggerezza, siate almeno coerenti con il vostro peso: dunque, smettete di mentire, di promettere, di garantire, di offrire. Siate libellule, non ipocriti.
Amen.
G. B.