Svuota il pieno. Riempi il vuoto. Vedo il tuo dolore. Lo nascondi bene, ne fai trucco, esibizioni, incanti. Ne fai foto, finta e fato. Nascondi chi sei, io lo vedo. Mi fingo distratto e vedo le tue finzioni, perché anche io ho finto e ora so. Vedo che mostri le labbra per celare l’anima, ma è la tua anima che affiora nelle smorfie seduttive delle tue labbra stanche.
E tu, uomo solo? Ci mostri cosa mangi, quanto viaggi, cosa compri nel centro metropolitano. Mostri i muscoli perché non sai a chi chiedere aiuto, da sempre. Hai imparato a tue spese il prezzo della mortalità.
Provo compassione per voi. La vostra vita è una vetrina in cui trovano ristoro occhi rapaci. La vostra è una recita.
Il vostro pubblico è mutevole, capriccioso, crudele. Non vi abbraccia più nessuno, da tempo. Alludo agli abbracci forti e senza interessi oscuri, quelli offerti da qualcuno che sappia raccogliere ciò che resta del vostro oblio e del vostro disperato shopping.
Avete dimenticato chi siete, fate di tutto per mostrare chi non riuscite a diventare. In realtà non amate voi stessi.
Svuotate il pieno, riempite il vuoto. Respirate. L’amore non è un concorso. L’amore non finge. L’amore abbraccia.
Amen.
G. B.