Camminare 45

Quando cammini, cammina. Scoprirai, così, due o tre cose importanti.
Non esiste il tuo peso, senti il peso del tuo dolore. Diventa cammino, pietre, alberi, vento – diventa tutto, e nulla, e non avrai più alcun desiderio irriguardoso. Sarai puro desiderio di vivere.

Cammina. Arriverai da qualche parte,  certo, ma di solito si tratta di un imprevisto, non d’altro. Il cammino non riguarda la meta, bensì la piena consapevolezza di poter fallire la tua meta.

Cammina e capirai di non voler più dare un senso alle cose, semplicemente perché il senso è nelle cose nude e prive di aggettivi, è nell’esistere che presto non esisterà più. Va’ dove ti porta il suolo, va’ dove ti porta il sole.

Amen.

G. B.

Silenzio 48

Hai mai avuto desiderio di parlare con una persona ancora mai incontrata?
Vorresti risorgere, innocente, al farsi del Mondo?
Vorresti riavere il tuo tempo e, nel tuo, tutti i tempi, così da incontrare i tuoi avi e i tuoi eredi, così da essere presente in ogni passato e futuro e vita tua e altrui?
Oh, non illuderti, hai questi sogni perché non hai queste possibilità. Dunque fai tuo il chiar di luna, afferra per un attimo gli evanescenti venti freschi del nord, abbraccia le onde indaco; rivendica i tuoi rimpianti, la tua nostalgia, il tuo dolore e ogni tua prerogativa. È la tua vita. Chi la giudica non sa o non sente. La severità dei severi è, spesso, mendace. La tenacia dei tenaci, condotta al suo limite, sottrae ciò che permette di raggiungere. Chi non dà perdono non ha ancora trovato pace. Tu, invece, sogna.

Siamo della stessa materia dei nostri vani sforzi di apparire immortali – ma proprio questo è un modo magnifico di essere mortali, di essere giusti.

Amen.

G. B.

Silenzio 47

Hai bisogno di amici. Che non siano “ideali”, ma concreti e reali: pronti a raggiungerti, a sudare con te sulle pietre, a confortarti e a darti torto con medesimo affetto; pronti ad alzare un calice, presenti, sinceri, quasi invisibili perché essenziali.

Hai bisogno di una donna o di un uomo che non siano “ideali”, usciti da un vago sogno di mezza estate. Hai bisogno di verità, non di perfezione. Hai bisogno di un amore impreciso, di un poeta squattrinato o di una giardiniera fuori moda; hai bisogno che ti ascoltino, che ti stringano le dita mentre piangi, che ti facciano sentire re o regina di un regno che non ha altro che boschi, pietre, sorgenti e nessun inutile castello. La ricchezza di un amore è che ti dicano: cambia con me!

Hai bisogno di sincerità, di poter parlare senza finire nell’inferno delle accuse, di poter ascoltare senza subire l’insulto di crederti fuori luogo – il che significa, grosso modo, che meriti rispetto. Il rispetto è amore che sta in silenzio.

Amen.

G. B.

Camminare 44 (la radice)

Il viandante è spaesato. C’è una radice, fortissima, che lo trattiene – ma purtroppo non può ancora fermarsi.

Dopo avere piantato un albero, dopo avere onorato un’anima amata, ha fatto ritorno ad una vaga residenza col favore delle stelle, di sera – ché è meglio tornare al buio ove non si desidera tornare.

Le sue domande e i suoi affanni sono più forti di prima. Il viandante si chiede se sia giunto il tempo, per lui, di chiedere, di dire o di tacere.

Si risponde che è tempo – ed è tutto.

G. B.

Ai figli 10

Vi offro i miei esempi – che includono i miei errori. Vi do il mio possibile – l’impossibile non esiste se non essendo tale. Vi racconto tutto ciò che ricordo – affinché sappiate le cose prima che sia tardi, forse inutile, conoscerle. Vi dico cosa ho imparato – affinché non impariate il necessario dopo il tempo dovuto.

Celebro le vostre nascite – ma vorrei fare della nostra intera vita una festa senza più inutili pesi.

Oggi, piccolo mio, ti dico: farò di me il miglior ricordo tu possa, voi possiate, avere di me.

G. B.