Il viandante è spaesato. C’è una radice, fortissima, che lo trattiene – ma purtroppo non può ancora fermarsi.
Dopo avere piantato un albero, dopo avere onorato un’anima amata, ha fatto ritorno ad una vaga residenza col favore delle stelle, di sera – ché è meglio tornare al buio ove non si desidera tornare.
Le sue domande e i suoi affanni sono più forti di prima. Il viandante si chiede se sia giunto il tempo, per lui, di chiedere, di dire o di tacere.
Si risponde che è tempo – ed è tutto.
G. B.