Silenzio 49

Tace. Teme. Gli pare di attraversare una lastra di ghiaccio dura solo in apparenza – per un momentaneo cambiamento di stato: ma l’acqua sprofonda sempre in se stessa. 

Il viandante è incerto. Teme e si chiede: “Perché a me? Perché così?” – si pone, insomma, quesiti da bimbo.

Non può porre rimedio al male ricevuto. Ha taciuto quando sarebbe stato necessario parlare. Ha temuto quando sarebbe stato giusto agire. Inoltre, si è fidato invano.

Ora il suo silenzio è una necessità fisica: restituisce voce alle sue perdite, è un silenzio che cura se stesso.

G. B.

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