Di notte hai chiuso gli occhi. Come tutti, come mai prima, come mai più. Per sempre. L’avessi previsto, sarei rimasto e ti avrei tenuta stretta e sveglia io, che non so resistere alla notte. È stato come perdere il respiro: perderti, perdermi. Non ho più avuto il tempo di farmi sorridere da te e nessuno sa bene cosa sia stare nei miei passi. I miei passi: quanti ancora, fino a dove?
Ho domande atroci, ho pensieri gelidi e vorrei parlartene. Vorrei dirti come è stato tutto dacché non sei più stata qui. Vorrei chiederti consiglio. Dovresti essere presente, ora, per sentire gli effetti della tua assenza.
Che lezione di vita è la morte se non può insegnare più nulla, sulla vita, a chi l’attraversa?
La tua assenza, a tratti, è più presente di me.
G. B.