Silenzio 64

Troverai interessante il silenzio. Troverai attraente il vuoto. Troverai affascinante la discrezione. Troverai eccitante la dolcezza.

Perderai certezze, entusiasmi, voluttà. Vorrai stare da solo, camminare moltissimo, sussurrare qualcosa alle rose. Lascerai andare, preferirai tacere, sottrarti, evitare.

Toccherai un fondo mai neppure immaginato così prossimo alla superficie. E il tuo Ego si sfalderà. E cadranno le tue maschere. E rivelerai  le tue bassezze. Gli elogi ti faranno sorridere, proverai tenerezza non orgoglio. Gli insulti ti sembreranno indegni della tua rabbia. Non ti curerai più di piacere, di convincere, di arrivare.

Lascerai a terra le ambizioni, zavorre irrilevanti. Vorrai essere te stesso come mai prima, semplice, pulito, non artefatto. Starai male per le tue mancanze, ma cesserai di giudicare. Piangerai spesso, per un nonnulla. Ti sembrerà quasi tutto vano. Sarai tentato di cedere. E allora avrà inizio la tua guarigione.

Amen.

G. B.

Silenzio 63

Il viandante, stanco per le innumerevoli delusioni subite, covava ormai una specie di nausea verso i suoi simili – in qualche caso, vero e proprio disgusto. Quanti ipocriti, sciocchi violenti, narcisisti mai davvero raffinati aveva incontrato?

Basta, avrebbe ristretto il numero dei suoi confidenti, avrebbe intrapreso nuovi viaggi a piedi e preferito la compagnia del suolo e degli alberi.

Mentre era assorto in simili congetture, notò camminando la sagoma di un monastero noto, in quei paraggi, per essere la dimora di un saggio. Era in attesa di potergli parlare quando gli sentì dire, distintamente, queste parole: se hai ciò che hai, ti pare normale; se non hai quel che non hai, ti pare normale; è dunque normale quello che hai o quello che non hai? Giudichi forse normale solo quello che i tuoi occhi riescono a scorgere?

Il viandante, a queste parole, si alzò di scatto e andò via. Non aveva più nulla da chiedere.

Amen.

G. B.

Silenzio 62 (il morbo)

Ora sei fermo. Obbligato a lasciar perdere doveri voleri e piccoli poteri. Siamo fermi. In ansia noia e astinenza. Come fare senza poter fare? Niente shopping, niente aperitivi. Niente business class. Niente voli di andata e ritorno in un solo giorno. Niente caffè e cornetto, ho fretta, grazie, prego, scusi.

Le foreste arretrano, i ghiacciai si spengono e forse non è solo pubblicità negativa. Magari lasciare l’auto serve davvero, ti potresti accorgere delle mani stanche di tua madre, ti potrebbe scappare una lacrima alla vista del corpo ingenuo di tuo figlio. Potresti trovare il coraggio di uscire dall’inganno della Economia Unica Legge del Cosmo. Potresti trovare il coraggio di fare di te stesso esattamente quello che avresti voluto fare di te stesso. Potresti tornare a sentire la tua fragilità, abbandonare la presunzione bipede delle “umane sorti e progressive” e riscoprire voci perdute: i tuoi sogni infranti, le tue inutili smanie, le occasioni in cui non hai saputo dire grazie, ti amo, ti voglio bene, hai bisogno di me? – scusa!

Fermati. Tanto sei già fermo. Chiedi proprio questo: hai bisogno di me?

Amen.

G. B.

Silenzio 61

Il viandante si chiedeva da tempo come si misura la delusione. Non aveva una risposta chiara, perché la delusione stessa è una misura – che si calcola con metro asimmetrico. Si diede una prima risposta: chi non ha pace, non ne dà; chi non accoglie la propria Ombra, non perdona. Dai pace e accogli!

Amen.

G. B.