Quando scelsi di essere dimenticato scelsi anche, nel contempo, di essere ricordato. L’ho capito.
Ho imparato a riconoscere il vero e il falso. Ho riconosciuto il falso in me, le mie paure, i miei limiti. Ho smesso di coltivare illusioni. Ho smesso di sorridere per compiacere. Ho imparato a piangere senza temere di apparire debole. Non ho smesso di essere fragile.
Gli elogi non mi esaltano. Le critiche non mi abbattono. I miei simili mi appaiono così come sono, nudi al cospetto del Tempo e in qualche caso patetici nella loro affannosa ricerca di gloria. Riconosco gli ipocriti, i falsi, i malvagi, i finti salvatori del mondo, le finte vergini, i vecchi usurpatori.
Li considero degni di compassione, non di amicizia. Sono amico degli alberi, piuttosto, perché è grazie a loro che respiro.
Infine ho compreso che si ricorda sempre, in modo impressionante, chi si è perso.
G. B.