Vipassana 3

Oh, le illusioni. Credere che bastino l’impegno e il talento, che il successo giungerà e che la giustizia trionferà. Affannarsi per rare soddisfazioni condizionate. Fare del male, in vita, per poi capire, in morte, di non poter rimediare. Voler avere ragione senza ragionare. Pensare che un instabile punto di vista sia la Verità. Voler vincere o, pur di vincere, coltivare il torto, così da trionfare nella degradazione.
Parlare per aprire bocca, non per aiutare. Ascoltare pochissimo. Giudicare sempre. Giustificare ogni prepotenza fatta. Pregare divinità più crudeli di noi. Infine, dopo una sciagura, dire di aver compreso – ma solo per poche ore. Il Tempo non dà tempo.

G. B.

Vipassana 2

È arrivata la paura, oggi? Ha spezzato il tuo sonno, interrotto i tuoi sogni? Cosa ti ha fatto? Pensaci bene. È attaccamento alle tue avversioni? È avversione verso i tuoi attaccamenti? O è la tua comoda trappola?

Cosa temi? Il mutuo? La carriera? Le rughe? La pressione arteriosa? Il passato che non tornerà? Il futuro che non è arrivato?

Osserva la paura. È tua. È il tuo specchio. Parla di te. Di come ti hanno trattato. Di quello che hai concesso di fare ai tuoi simili. Delle tue rinunce. Della tua viltà. La tua paura è rabbia. È la giustizia che non ti sei dato. È pronta ad esplodere per una sciocchezza.

Aiuteresti un anziano a portare i suoi pesi? Faresti piangere un bambino?

Smetti, dunque, di controllare l’ordine dei tuoi scaffali e non comprare altre scarpe. Abbandona le tue manie  e accogli i tuoi pensieri molesti. Resta in silenzio, respira. Dura tutto un attimo. Stai nei tuoi istanti. Abbi pietà di te.

G. B.