È arrivata la paura, oggi? Ha spezzato il tuo sonno, interrotto i tuoi sogni? Cosa ti ha fatto? Pensaci bene. È attaccamento alle tue avversioni? È avversione verso i tuoi attaccamenti? O è la tua comoda trappola?
Cosa temi? Il mutuo? La carriera? Le rughe? La pressione arteriosa? Il passato che non tornerà? Il futuro che non è arrivato?
Osserva la paura. È tua. È il tuo specchio. Parla di te. Di come ti hanno trattato. Di quello che hai concesso di fare ai tuoi simili. Delle tue rinunce. Della tua viltà. La tua paura è rabbia. È la giustizia che non ti sei dato. È pronta ad esplodere per una sciocchezza.
Aiuteresti un anziano a portare i suoi pesi? Faresti piangere un bambino?
Smetti, dunque, di controllare l’ordine dei tuoi scaffali e non comprare altre scarpe. Abbandona le tue manie e accogli i tuoi pensieri molesti. Resta in silenzio, respira. Dura tutto un attimo. Stai nei tuoi istanti. Abbi pietà di te.
G. B.