Diremo, un giorno, l’avessi ascoltato. Diremo, un giorno, l’avessi abbracciata. Un giorno, tuttavia, sarà tardi. Avremo fallito. Avremo fatto tardi per aver fatto in fretta, correndo da un angolo all’altro dei nostri insignificanti recinti. Così capiremo il valore di ogni abbraccio, di ogni parola, di ogni sorriso non dati.
L’estate è la stagione dei ricordi. Profuma perfino nel dolore di ritorni impossibili. Consente tuffi nelle onde quantiche del nostro tempo perduto. Ogni estate ricordiamo, senza per questo smettere di compiere gli stessi sperperi: non doniamo tempo a chi ce lo chiede; ci facciamo attendere da chi ha bisogno di noi; lasciamo soli i padri e le madri, i figli e gli amici.
Considera il talento di chi ti chiede la grazia di un po’ di attenzione. Mostra interesse per l’appello di chi ti chiede ascolto e un caffè. Passa dai tuoi cari, ti offrono presenza e affetto, buon cibo e buon vino; sono sempre al tuo fianco quando hai fame e sete di conforto.
Abbandona i tuoi accidiosi impegni. Non meritano il sacrificio dei tuoi affetti. Prendi (non perdere) altro tempo. Stai qualche ora al fresco con il tuo più caro amico: è depresso, possibile che tu non lo capisca? Cammina in riva al mare con i tuoi bambini, ti adorano e non saranno piccoli per sempre. Attraversa un uliveto o un campo di fiori con tua madre, potreste dirvi parole imperdibili. Condividi i pensieri densi di tuo padre, certi silenzi parlano più di un poema. Tieni la mano del tuo uomo, di notte: potrebbe aver paura. Abbraccia la tua donna, al risveglio: potrebbe essere stanca. Soprattutto, taci quando è opportuno, spegni il telefono e i suoi insulsi richiami, rispondi alle lettere di chi aspetta una parola di sostegno, medita sul tuo enorme spreco di grazia e gratitudine.
Io vedo che i nostri errori sono sempre gli stessi. Perdiamo tempo credendo di guadagnarne. Giudichiamo senza ascoltare. Pensiamo di sapere tutto degli altri e non consideriamo nessuno nella sua vera essenza. Non conosciamo a sufficienza noi stessi.
Quanto a me, ho deciso. Mi terrò in disparte. Resterò in silenzio come un monaco, un pellegrino, un eremita o un guerriero deluso. Non ti cercherò finché non sarai tu a cercarmi. Non richiamerò la tua attenzione finché non mi osserverai con sguardo amorevole. A me non puoi mentire. Ho smesso di vivere nel recinto. Credo nell’amore che osa chiamare il suo nome. Credo nell’amore che dà prova della sua presenza.
G. B.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...