Di nuovo

Se ti spaventa, non è un maestro. Se non osi parlarle, non è una maestra. Se temi il suo giudizio, non è un maestro. Se temi il suo rifiuto, non è una maestra. Se ti deride, ti fa vergognare, accresce la tua sfiducia – se mostra il suo sadismo e lo chiama virtù, volta le spalle a una tale caricatura del saggio e prosegui il tuo cammino. Se ti fa dubitare, invece, fermati a lungo e ascolta e racconta. Infine, parti di nuovo. Cammina. Di nuovo.

Amen.

G. B.

Camminare 47

Raggiungiti. Affiancati. Superati. Cammina ancora. Hai molta strada da compiere. Ciò che è stato non tornerà. Ciò che non è stato non è accaduto. Cammina, piuttosto, e sorprenditi. Hai scelto? Non hai scelto? È stata una scelta! Hai fatto? Non hai fatto? Hai comunque fatto! Cammina di nuovo. Fino a raggiungerti. Fino ad affiancarti. Fino a superarti. Vai oltre te stesso. Diventa. Cammina. Raggiungiti. Superati.

Amen.

G. B.

Dalle vette

Il viandante, ormai provato da un viaggio interminabile, guardò dietro di sé. Aveva lasciato le cime.

Disse a sé stesso, scendendo: la terra presso la quale dimoro è priva di montagne. Vi si spengono gli Appennini. Diventano simili alle onde residue di una tempesta ridotta a spume. Stava così ragionando quando incontrò lo sguardo di un altro viandante, che gli disse, senza troppi sforzi, tre cose semplici: vivi dove desidera dimorare il tuo cuore! Fa’ che i tuoi amici alimentino i tuoi sogni, non le tue paure, ed evita accuratamente gli avari! Ama senza calcolo e scegli una sposa che ti sappia sussurrare che l’amore non è una responsabilità interamente a tuo carico.

Finito di dire, l’altro viandante lo salutò dolcemente, prima di prendere di nuovo un sentiero destinato alle vette

Fu al risveglio che il viandante si rese conto di aver sognato. Aveva compreso da un sogno di dover mutare desiderio.

G. B.

Camminare 46

Camminerò ancora. Più fortemente e più solennemente di prima. Forse sarò più stanco che in passato, ma non demorderò. Avrò la mia stella serale. Le nubi piangeranno con me. Il vento mi farà compagnia. Riderò alle fonti e saluterò i viandanti. Sorriderò alle donne che vedrò nei giardini. Nello zaino ci sarà solo l’essenziale. Scriverò lettere. E saprò attendere. Di ricevere quel che merito. O di non ricevere nulla. Ho meravigliosi eredi, non mi occorre una eredità.

Amen.

G. B.

Silenzio 63

Il viandante, stanco per le innumerevoli delusioni subite, covava ormai una specie di nausea verso i suoi simili – in qualche caso, vero e proprio disgusto. Quanti ipocriti, sciocchi violenti, narcisisti mai davvero raffinati aveva incontrato?

Basta, avrebbe ristretto il numero dei suoi confidenti, avrebbe intrapreso nuovi viaggi a piedi e preferito la compagnia del suolo e degli alberi.

Mentre era assorto in simili congetture, notò camminando la sagoma di un monastero noto, in quei paraggi, per essere la dimora di un saggio. Era in attesa di potergli parlare quando gli sentì dire, distintamente, queste parole: se hai ciò che hai, ti pare normale; se non hai quel che non hai, ti pare normale; è dunque normale quello che hai o quello che non hai? Giudichi forse normale solo quello che i tuoi occhi riescono a scorgere?

Il viandante, a queste parole, si alzò di scatto e andò via. Non aveva più nulla da chiedere.

Amen.

G. B.

Camminare 45

Quando cammini, cammina. Scoprirai, così, due o tre cose importanti.
Non esiste il tuo peso, senti il peso del tuo dolore. Diventa cammino, pietre, alberi, vento – diventa tutto, e nulla, e non avrai più alcun desiderio irriguardoso. Sarai puro desiderio di vivere.

Cammina. Arriverai da qualche parte,  certo, ma di solito si tratta di un imprevisto, non d’altro. Il cammino non riguarda la meta, bensì la piena consapevolezza di poter fallire la tua meta.

Cammina e capirai di non voler più dare un senso alle cose, semplicemente perché il senso è nelle cose nude e prive di aggettivi, è nell’esistere che presto non esisterà più. Va’ dove ti porta il suolo, va’ dove ti porta il sole.

Amen.

G. B.