La perdita

Ho perduto l’oriente e l’occidente. Non seguo più il passaggio del sole, lo anticipo nei suoi tratteggi, perché ho paura di smarrire anche un solo momento, uno soltanto, e di arrivare a cose fatte – tardi. Credete che si possa pesare il rimpianto ? Conoscete una misura che dia conto delle perdite subite? Conoscete il tempo necessario a elaborare un dolore? Il tempo non si nasconde a se stesso e ci rivela a noi stessi: ci vuole tempo per conquistarsi. Ho smarrito l’oriente e l’occidente, non il mio cuore.

Amen.

G. B.

Sorgono dubbi

Vi viene voglia di giudicare? Io non ho più voglia di giudicare. Parlo sempre meno dei difetti altrui perché ho silenzi sempre più profondi da dedicare a me stesso. Vi viene voglia di definire? Io non ho più voglia di definire. Descrivo con tratto leggero e ammetto ogni possibilità: forse la realtà è superiore alla vostra immodesta immaginazione. Vi viene voglia di deridere? Avvertite il ridicolo in voi e lo respingete, ecco tutto. Vi viene voglia di punire? Avete bisogno di amore!

Amen.

G. B.

Vipassana 3

Oh, le illusioni. Credere che bastino l’impegno e il talento, che il successo giungerà e che la giustizia trionferà. Affannarsi per rare soddisfazioni condizionate. Fare del male, in vita, per poi capire, in morte, di non poter rimediare. Voler avere ragione senza ragionare. Pensare che un instabile punto di vista sia la Verità. Voler vincere o, pur di vincere, coltivare il torto, così da trionfare nella degradazione.
Parlare per aprire bocca, non per aiutare. Ascoltare pochissimo. Giudicare sempre. Giustificare ogni prepotenza fatta. Pregare divinità più crudeli di noi. Infine, dopo una sciagura, dire di aver compreso – ma solo per poche ore. Il Tempo non dà tempo.

G. B.

Vipassana 2

È arrivata la paura, oggi? Ha spezzato il tuo sonno, interrotto i tuoi sogni? Cosa ti ha fatto? Pensaci bene. È attaccamento alle tue avversioni? È avversione verso i tuoi attaccamenti? O è la tua comoda trappola?

Cosa temi? Il mutuo? La carriera? Le rughe? La pressione arteriosa? Il passato che non tornerà? Il futuro che non è arrivato?

Osserva la paura. È tua. È il tuo specchio. Parla di te. Di come ti hanno trattato. Di quello che hai concesso di fare ai tuoi simili. Delle tue rinunce. Della tua viltà. La tua paura è rabbia. È la giustizia che non ti sei dato. È pronta ad esplodere per una sciocchezza.

Aiuteresti un anziano a portare i suoi pesi? Faresti piangere un bambino?

Smetti, dunque, di controllare l’ordine dei tuoi scaffali e non comprare altre scarpe. Abbandona le tue manie  e accogli i tuoi pensieri molesti. Resta in silenzio, respira. Dura tutto un attimo. Stai nei tuoi istanti. Abbi pietà di te.

G. B.

Vipassana (1)

Avversione: la partenza. Attaccamento: il ritorno. Avversione: tornare. Attaccamento: restare. Avversione: la morte. Attaccamento: la vita. Avversione: il cibo e il sesso. Attaccamento: il cibo e il sesso. Avversione: il silenzio. Attaccamento: il rumore. Avversione: il rumore. Attaccamento: il silenzio. Avversione: andarlo a fare, le fobie, le manie, le purificazioni, le superstizioni. Attaccamento: andarlo a fare, le fobie, le manie, le purificazioni, le superstizioni. Avversione: tu. Attaccamento: tu. La mente continua a mentirti. Vuoi tutto ma non lo vuoi. Temi quello che vuoi. Vuoi quello che temi. Desideri, non desideri. Porti un peso e lo chiami leggerezza. Ti portano leggerezza e la chiami peso.

Lasciare andare, per te, è la cosa più difficile da lasciar andare.

Respira!

G. B.

Di nuovo

Se ti spaventa, non è un maestro. Se non osi parlarle, non è una maestra. Se temi il suo giudizio, non è un maestro. Se temi il suo rifiuto, non è una maestra. Se ti deride, ti fa vergognare, accresce la tua sfiducia – se mostra il suo sadismo e lo chiama virtù, volta le spalle a una tale caricatura del saggio e prosegui il tuo cammino. Se ti fa dubitare, invece, fermati a lungo e ascolta e racconta. Infine, parti di nuovo. Cammina. Di nuovo.

Amen.

G. B.