Vorrei scrivervi le storie delle donne, donne conosciute in Nigeria, ragazze piene di sogni, studentesse universitarie, segretarie, cuoche, parrucchiere, suore, socie di cooperative, amanti … tanto diverse dall’immagine stereotipata che si ha in Italia della donna nigeriana, fondamentalmente prostituta o maman. Ho trascorso un periodo della mia vita nella città di Onitsha e poi ho visitato altre città (Ondo, Akure, Lagos and Port Harcourt).
Vorrei raccontarvi la storia di una prostituta che chiedeva aiuto a un missionario. Vorrei parlarvi di quella madre che aveva bisogno di una cifra, per noi occidentali ridicola, per salvare la vita di sua figlia in ospedale.
Ho visto una donna nuda lavarsi per strada con l’acqua putrida degli scoli. Ho avuto paura di donne con la lebbra che sui marciapiedi chiedevano l’elemosina. Ho visto ragazze vendere di tutto per sopravvivere e ho giocato con bambine che si occupavano quotidianamente dei loro fratelli neonati.
Quelle emozioni avrebbero cambiato la mia vita per sempre ed io non lo sapevo.
P.M.